Mentre Frontex, l’agenzia europea delegata ai salvataggi, ha l’ordine di distruggere i gommoni o battelli simili, dopo avere salvato le persone, e di individuare gli scafisti per denunziarli all’autorità giudiziaria, sembra che le navi delle Ong, dopo avere tratto in salvo i poveretti, lascino che i barconi ritornino ai luoghi di provenienza.
Médecins sans Frontières ha proclamato che loro non sono poliziotti e quindi non si possono comportare di conseguenza. è vero, ma questi comportamenti alimentano il mercato della carne umana e offrono un comodo supporto ai trafficanti perché senza colpo ferire, trasportano per qualche miglio i poveretti, per poi tornare indisturbati a riva.
Attorno ai migranti, che doverosamente vanno salvati, si sono sviluppati business perversi: dai salvataggi all’ospitalità. Nel Def (Documento di economia e finanza) 2017, approvato in settembre 2016, sono riportati nel Bilancio dello Stato ben 4,4 mld, per sostenere l’ospitalità di centinaia di migliaia di migranti in Italia. Le cooperative, le associazioni religiose, i piccoli albergatori ed altri, da queste risorse finanziarie hanno tratto sostegno alle loro attività.
Chi ospita cento migranti, percepisce circa 100 mila euro al mese, 1,2 mln all’anno.
Si rende pertanto necessario che Ue e Governo italiano inizino subito questa seconda trattativa, per mettere sotto controllo quella parte di costa orientale su cui si sposterebbero i mercanti di carne qualora iniziasse un’azione di repressione efficace da parte del governo di Tobruk.
Poi c’è la questione del controllo degli immigrati una volta arrivati nel territorio italiano. Il nuovo ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha istituito altri hotspot, cioè centri di controllo, di cui due nuovi in Sicilia a Messina e Mineo. Verificato il diritto all’asilo, se i migranti sono fuggiti da situazioni catastrofiche e da guerre, va attuato con immediatezza il processo di rimpatrio per tutti i non aventi diritto.
In questa materia è opportuna l’iniziativa europea di creare i centri di raccolta in Libia e di verificare il diritto all’asilo con una gestione umanitaria di quei poveracci in Africa, non in Europa.