Depressione, tabù del nuovo secolo

ROMA – È il tabu del nuovo secolo, ed è una patologia. Non riconosciuta, non diagnosticata, non trattata, fonte di sofferenza, dolore, disabilità, morte per cause dirette (suicidio), indirette o per aggravamento di altre problematiche mediche (diabete, cardiache, polmonari, reumatiche, oncologiche).
È una vera epidemia globale, soprattutto nel mondo occidentale e nel sud est asiatico, dove le economie sono più sviluppate e più forte la tecnologia e la visione del futuro: la depressione nel 2030 sarà la prima malattia più invalidante al mondo con altissimi costi sociali e forte impatto economico. La prevalenza in Italia a 12 mesi va dal 4,4 al 7 per cento (con una media del 5.1%), con oltre 3 milioni di malati, secondi solo alla Germania.
In Europa il numero super i 40 milioni. A tornare sul tema, in occasione della Giornata mondiale della salute che si celebra oggi dedicata appunto alla depressione, è la Società Italiana di Psichiatria che – insieme ad Onda, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna – ritiene siano ormai maturi i tempi per un Piano nazionale di lotta alla Depressione che evidenzi i bisogni e gli strumenti da utilizzare e indichi il percorso da seguire.
“La Sip – spiega il presidente, Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano – fa sue le parole espresse il 20 settembre scorso dalla Presidente della Commissione XII di Palazzo Madama Emilia Grazia De Biasi (“Avvieremo, in Commissione Sanità del Senato, un’indagine conoscitiva sulla depressione, tema importantissimo, ma spesso sottovalutato, che riguarda milioni di persone per capire quali possono essere i suggerimenti di indirizzo che il Parlamento può dare al Governo in merito a questo tema, ma anche riportare nel dibattito pubblico un problema che interessa moltissime persone, e viene spesso scambiato per altro”).
È dunque fondamentale costituire una rete per combatterla, per promuovere validi percorsi diagnostici e terapeutici in collaborazione con la Medicina Generale, la pediatria, la scuola, gli ambienti di lavoro Per avvicinare le persone alle cure occorre informare i pazienti sulle varie opzioni terapeutiche oggi esistenti efficaci, sicure, appropriate in funzione della categoria e dei casi, oggi sempre più complessi”.
Oggi la depressione è infatti più diffusa nel genere femminile, con una percentuale doppia in tutte le fasi dei cicli vitali (menarca, perinatale, periclimaterio).
“Per questo – aggiunge Francesca Merzagora – Presidente Onda – alla luce delle tante richieste pervenute, la giornata nazionale della salute della donna istituita dal Ministro, in occasione della quale è stata attivata la collaborazione degli ospedali con i Bollini Rosa, sarà anche dedicata alla psichiatria. Per una settimana dal 18 al 24 aprile, anche la popolazione femminile con problemi di depressione potrà fruire di visite, colloqui, sportelli di ascolto, info point in 152 Ospedali italiani. Obbiettivo: avvicinare alle cure e superare lo stigma. La depressione sarà al centro anche nel primo Congresso scientifico Onda: Patologie femminili di maggior impatto, dalla specialistica all’approccio interdisciplinare per sottolineare lo stretto legame tra depressione e patologie fisiche femminili”.