PALERMO – Ottimisti o pessimisti? Questo è il problema. C’è però una certezza che mette tutti d’accordo: sono aumentati i posti letto, non certamente nell’ultimo anno le presenze ed il che significa che ci saranno anche più alberghi ma sicuramente sono più vuoti. Stridono enormemente i dati del XVI rapporto sul turismo in Italia di Mercury quando si analizza il contesto siciliano. In realtà le cifre si basano sul 2007 quando ancora la crisi economica era solo alle porte e il turismo ancora, seppur fra mille difficoltà, riusciva a reggere.
Viene fuori così che nell’ultimo decennio la Sicilia è cresciuta in campo turistico, sia per numero di turisti che per offerta ricettiva, recuperando in parte il gap che la distanziava da altre realtà del Centro-Nord. Tra il ‘97 e il 2007, infatti, il numero di presenze complessive, tra italiani e stranieri, è passato da 10 milioni 292 mila a 14 milioni e 602 mila. Su quest’ultimo dato l’Osservatorio sul Turismo della Regione parla invece di 200 mila presenze in meno all’incirca. Ritornando al Rapporto sul turismo della Mercuri si attesta che è cresciuta nell’Isola la dotazione ricettiva e il peso esercitato sul complesso del patrimonio ricettivo nazionale è sempre più consistente: nel 2000 gli esercizi alberghieri incidevano sul complesso degli alberghi italiani per il 2,6 per cento mentre nel 2007 la quota è salita al 3,5 per cento. Sempre nel 2000 i posti letto delle strutture alberghiere siciliane incidevano per il 3,5 per cento del totale, ma dopo sette anni la percentuale è salita al 5,3 per cento.
Nel 2000 gli esercizi alberghieri erano 868 e nel 2007 hanno toccato quota mille 192. Le stesse dinamiche hanno segnato l’evoluzione della ricettività complementare: gli esercizi extralberghieri dell’Isola rappresentavano lo 0,6 per cento del totale nel 2000 ed il 2,9 per cento nel 2007, mentre il peso percentuale dei posti letto è passato dal 2,4 per cento del 2000 al 2,9 per cento del 2007.
Gli ultimi anni hanno infatti segnato un boom di B&B e affittacamere: il loro numero è passato da 537 a 2 mila 562. Che la dotazione alberghiera sia sicuramente migliorata non c’è dubbio.
Il problema restano i turisti: per la Sicilia queste festività natalizie saranno un banco di prova. In quelle a cavallo tra il 2008 e il 2009 c’è stato un disastro: Agriturist, dopo un accurato esame delle statistiche dei principali portali di promozione del settore, ha potuto appurare come gli arrivi sono stati sostanzialmente gli stessi dell’anno precedente ma le presenze inferiori a causa dell’abbreviarsi della durata dei soggiorni.
A Capodanno scorso furono certificati oltre 20 mila posti letto rimasti vuoti.
Osservatorio turistico: nel 2008 -800.000 pernottamenti
Non sono solo gli agriturismi ad avere risentito di questo calo della permanenza dei turisti. Anche gli alberghi hanno potuto appurare come le stanze non sono state occupate tutte e quindi, nei periodi di alta stagione, non si è riusciti a raggiungere il tutto esaurito. L’Osservatorio sul Turismo della Regione Sicilia nel 2008, ultimo dato censito e disponibile ad oggi, ha potuto appurare anzitutto un calo di arrivi di circa 400 mila unità. Peggio ancora le presenze che hanno toccato un -800 mila. Sarà la crisi? Sicuramente avrà influito ma bisogna evidenziare che anche nel 2007 ci fu una contrazione delle presenze, sempre secondo l’Osservatorio, di all’incirca 150 mila presenze in meno. Esiste un altro problema reale a livello infrastrutturale per la Sicilia ed è quella della mancanza di diversificazione dell’offerta di posti letto. C’è tra l’altro una dura realtà con la quale confrontarsi: la Sicilia infatti è seconda tra le isole europee sia per numero di strutture alberghiere (1.171) che per strutture extra-alberghiere, come B&B e case vacanza (2.532), ma ha un tasso di non occupazione dei posti-letto del 78 per cento, tra i più alti a confronto con le altre isole europee. È questo uno dei dati che emerge dal Primo Focus sul turismo delle isole del Mediterraneo, realizzato dall’Osservatorio turistico delle isole europee (Otie).