Vincenzo Falgares: “Po Fesr 2007/2013: spesi 4,2 mld di euro”

A fine marzo il Comitato di sorveglianza ha approvato il documento conclusivo del Programma Po Fesr 2007/2013. Qual è il bilancio della spesa dei fondi europei da parte della Regione siciliana?
“La certificazione finale della spesa totale a chiusura è di 4.203.566.320 euro, con un tasso di attuazione del Programma che si aggira intorno al 96,42% della dotazione complessiva, pari a 4.359.000.000 di euro. Raggiungere il risultato di un assorbimento di quasi il 97% delle risorse non era così scontato: la due diligence fatta all’indomani del mio insediamento al Dipartimento, aveva fotografato un’area di rischio a chiusura del Programma, di 1 miliardo e 73 milioni di euro. Le misure correttive che sono state messe in campo hanno prodotto effetti sensibili. Il programma sostanzialmente è decollato a fine del 2013, la curva di evoluzione della spesa è eloquente in tal senso: siamo passati dai 109 milioni del 2010 ai 265 del 2011, dai 368 del 2012 ai 506 del 2013, spesi nei sei mesi successivi al mio insediamento, e agli 825 del 2014. Nel 2015 abbiamo avuto un calo a 269 milioni, dovuto all’applicazione della revisione contabile (Dlgs 118/2012), che ha determinato una sofferenza poiché i pagamenti si sono potuti effettuare soltanto nell’ultimo mese dell’anno e molti non si sono potuti fare. Poi abbiamo avuto una nuova impennata nel 2016, con una spesa di un miliardo e 15 milioni”.
Qual è stata la chiave di volta per il raggiungimento di questi risultati?
“Anzitutto una forte sinergia tra Autorità di coordinamento dell’Autorità di gestione, Agenzia coesione territoriale, Commissione europea. Dal 2013 in poi c’è stata davvero una forte ‘cooperazione rafforzata’, che ha consentito di superare molti ostacoli. Siamo passati dal ‘livello di programma’ a un coordinamento a livello di singolo progetto, con un monitoraggio sistemico, inizialmente addirittura quindicinale. Questo monitoraggio, che definisco appunto ‘rafforzato’, ci ha permesso di supportare le Pubbliche amministrazioni e di aiutarle nel superare le criticità che si presentavano nel corso di attuazione del progetto, ma anche di avere una visione d’insieme che ci ha consentito di attuare tutta una serie di riprogrammazioni, orientate alla misurazione degli effetti per decidere, e tutte validate dalla Commissione europea, perché fortemente coerenti con la strategia del Programma e con la sua reale capacità attuativa. Si è arrivati da parte dell’Amministrazione regionale, a una capacità di governo del processo particolarmente rilevante. Ne è la prova che dal 2014 non c’è stata nessuna previsione che fatta a inizio anno, con gli opportuni correttivi in corso, non sia stata rispettata”.
Cosa è cambiato per la Sicilia grazie al Po Fesr 2007/2013?
“I primi studi che si stanno facendo dimostrano che la programmazione 2007/2013 ha provocato un effetto freno sulla caduta del Pil dovuta alla crisi economica. Lo dimostra la crescita del Prodotto interno lordo nel 2015, attestata dall’Istat. Sono stati creati 8.663 posti di lavoro, realizzati 186 progetti di ricerca e sviluppo, concessi 1 miliardo 224 milioni di euro di garanzie per investimenti fatti da nuove imprese. Contrariamente a quello che si pensa, non si è trattato di un Programma le cui risorse sono state disperse in mille rivoli; il 33% della spesa è stato concentrato in dieci grandi progetti. Tra gli altri, sono stati finanziati la ferrovia Circumetnea, a Palermo il sistema tranviario e il raddoppio del passante ferroviario, i nuovi impianti di risalita di Piano Battaglia, il centro neurolesi Bonino Pulejo di Messina, l’ospedale Aiello di Mazara del Vallo, il Centro Cuore dell’Ismett e l’ospedale Librino di Catania. Il raddoppio della statale 640 Agrigento-Caltanissetta rappresenterà nel secolo l’opera infrastrutturale più rilevante che la Sicilia abbia avuto e chiuderà definitivamente l’isolamento dell’agrigentino dall’arteria stradale principale. Con il Fondo Jessica stiamo realizzando il Centro Rimed a Carini e alla Kore di Enna abbiamo realizzato un centro di addestramento per piloti di Boeing”.

Quali sono i compiti del Dipartimento regionale programmazione, per l’attuazione del Po Fesr?
“Noi prioritariamente affianchiamo i rami dell’Amministrazione che gestiscono le risorse e le strutture che realizzano gli interventi. Ci occupiamo della programmazione e predisposizione del Programma, del coordinamento, supporto, monitoraggio e controllo in itinere”.

In che modo li state supportando?

“Nella programmazione 2014/2020 abbiamo attuato sin da subito il ‘monitoraggio rafforzato’. Abbiamo codificato tutto il Programma nel ‘Documento di programmazione attuativa’, che contiene una serie di allegati che declinano puntualmente in quale modo e seguendo quale procedura si pensa di realizzare gli obiettivi, assegnando ai responsabili della spesa un cronoprogramma molto puntuale. In questo modo, chi deve monitorare l’intervento ha immediata contezza di ciò che è disallineato, per poter mettere in campo una misura correttiva”.
C’è qualcosa che la preoccupa per l’attuazione della Programmazione 2014/2020?
“Si sta avviando un naturale percorso di turnover dei dirigenti. Questo di per sé non mi spaventa, ma la normativa approvata nel 2015 ci obbliga di affidare ad interim e poi addirittura a sopprimere le strutture amministrative i cui dirigenti vanno in pensione. Sulla base di queste previsioni, si dovranno sopprimere dal 31 dicembre l’Area di coordinamento dell’autorità di gestione del programma Po Fesr 2014/2020 e dal 1 maggio l’Area di coordinamento dei controlli del programma Po Fesr 2014/2020, perché i dirigenti di entrambe le strutture andranno in pensione. Ciò determinerà il rischio della mancata validazione dell’Autorità di gestione, per la carenza dei servizi minimi essenziali per potere assicurare la continuità dell’attività”.
 


Programmazione 2014/2020 più attenzione per le imprese

In cosa consiste la programmazione Po Fesr 2014/2020?
“Il Programma Po Fesr 2014/2020 interpreta un nuovo piano d’azione dell’Europa, la ‘Strategia 2020’. Essa mira alla costruzione di un’Europa inclusiva, a basso impatto energetico, che innova e lotta le povertà. Si punta l’attenzione ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi, l’uso efficiente delle risorse”.

A chi ci si rivolge prioritariamente?

“Mentre il ciclo di programmazione 2007/2013 mirava soprattutto alla realizzazione di interventi di tipo infrastrutturale, la programmazione Po Fesr 2014/2020 si rivolge prioritariamente alle imprese: si tratta di un ciclo di programmazione fortemente orientato a ridare loro fiato. Per la prima volta nelle programmazioni, sono previste anche risorse per le grandi imprese per fare ricerca e innovazione, in collaborazione con l’Università”.

Quali sono i principali interventi previsti?

“Almeno il 50% delle risorse dovrà essere impiegato nei primi 4 assi: ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; agenda digitale, competitività delle piccole e medie imprese; settore agricolo, pesca e acquacoltura; energia sostenibile e qualità della vita”.
E per quanto riguarda le infrastrutture i cui lavori sono iniziati con il Po Fesr 2007/2013 e che ora devono essere completati?
“Sono previste risorse per infrastrutture per la mobilità sostenibile, che permetteranno il completamento della Circumetnea sino all’aeroporto di Fontana Rossa, dell’anello ferroviario di Palermo e del tratto ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono”.