E’ accaduto ancora.
Lo scorso anno, all’indomani del 25 Aprile, era stata imbrattata con vernice spray nera, mentre su un vicino muretto era stata disegnata una svastica.
Ieri, invece, la lapide che a Marsala, nel parco giochi sul lungomare Boeo, ricorda tre partigiane marsalesi, Francesca Alongi, Bice Cerè e Grazia Meningi, è stata sfondata a colpi di martello.
E stamattina sono comparse sui muri del centro storico svastiche e croci celtiche con vernice spray nera.
“Il 25 Aprile – ha dichiarato Pino Nilo, presidente della sezione Anpi di Marsala – è la festa da cui deriva tutta la nostra organizzazione democratica: la Costituzione e lo stato democratico. È la festa della Liberazione in cui donne e uomini, partigiane e partigiani, scesero dalle montagne e dalle colline, entrarono nelle città e le liberarono dalla presenza nazifascista”.
“Quanta amarezza – ha aggiunto – scoprire, all’approssimarsi del 25 aprile di ogni un anno, l’oltraggio ai luoghi della nostra città simbolo della lotta partigiana (Medaglia d’Oro al Valore Civile per la capacità di resilienza dimostrata anche rispetto al bombardamento aereo dell’11 maggio 1943, ndr), con i nomi dei nostri caduti”.
“Questo 76° anniversario della Liberazione – ha concluso – non possiamo celebrarlo come si è fatto in passato a causa del coronavirus e quindi non possiamo essere presenti nelle piazze, fare i nostri cortei. Tuttavia questo virus non potrà cancellare la memoria del sacrificio dei tanti partigiane e partigiani che hanno anteposto l’amore per la democrazia e per la libertà alla propria vita. Non saranno i neo-fascisti locali che imbrattano muri con scritte deliranti o dileggiano lapidi e toponimi dedicati ai nostri partigiani caduti a farci desistere dal ricordare e onorare i martiri per la Libertà”.
Due anni fa, svastiche erano comparse dove una lapide ricorda tutti i partigiani marsalesi morti, in combattimento o fucilati, tra il 1943 e il ’45.
In precedenza, frasi come “Boia chi molla”, con croci celtiche e il simbolo delle SS, erano comparse su un muro. Nei primi di febbraio del 2018, sul muro accanto alla sede del Pd, alcune scritte inneggiavano a Luca Traini, l’estremista di destra, ex candidato della Lega Nord, che ha sparato a sei immigrati a Macerata.
Svastiche, croci celtiche, slogan neofascisti sono comparsi di continuo anche dal 2020, per le vie del centro: il tre giugno era apparsa una scritta contro la ministro Teresa Bellanova: “Vox Populi. Bellanova zecca rossa”, con accanto una croce celtica accanto. A metà maggio, scritte che dileggiavano Anna Frank erano comparse all’ingresso del porto e sul muro della banchina Colombo, e il 27 gennaio, nel giorno della memoria per le vittime dell’Olocausto, una svastica era stata tracciata vicino alla Fontana del vino di piazza Francesco Pizzo.
Ma sono state sopprattutto le aggressioni squadriste a stranieri a far pensare Marsala sia ormai preda all’estremismo di destra. Senza che lo Stato ne venga a capo.
L’undici agosto dello scorso anno era stato preso a botte un ragazzo di colore, con la motivazione “Così imparano a rispettare gli italiani”.
L’undici settembre del 2020, al grido di “Africani di merda, dovete morire!” erano state picchiate due coppie di giovani tra cui una donna incinta.
Il primo ottobre erano stati arrestati tre ultras picchiatori – Salvatore Crimi, 18 anni, Antony Licari di 24 e Natale Salvatore Licari, 34 anni -, i primi di un più nutrito commando squadrista che bastonavano persone di colore perché “accecati da una rabbia bestiale, immotivata”.
La spirale di violenza aveva indotto il presidente della Regione Nello Musumeci a esprimere
“Condanna senza se e senza ma” affermando: “Sono delinquenti: chi commette questi atti non fa che gettare ombra sulla civile, nobile e generosa terra di Sicilia”.
Il 24 gennaio di quest’anno un ragazzo egiziano era stato colpito con calci e pugni dopo un diverbio provocato ad arte da gruppi vicini all’estrema destra, gli stessi che sono stati protagonisti di altre aggressioni nei mesi scorsi e anche di altri atti di violenza come le scritte fasciste e naziste e altri atti tesi a colpire le vittime dell’olocausto, come Anna Frank.
E dopo l’ennesima reazione civile della città, il Questore di Trapani ha applicato il “Daspo Willy” per due giovani pregiudicati di 24 e 26 anni, accusati di essere i responsabili, sempre nello scorso gennaio nel centro di Marsala, di un’aggressione di matrice razzista ai danni di un giovane gambiano.
Gli avevano puntato la pistola alla testa dopo averlo preso a pugni mentre stava acquistando cibo e bevande da un distributore automatico con la sua fidanzata.