CATANIA – “Storicamente le difficoltà al Sud iniziano dopo e la ripresa comincia in ritardo”. Sono parole di cauto ottimismo quelle di Antonio Pogliese, past governatore del Lions Catania, club service che nella serata di mercoledì 3 maggio, ha riunito intorno a un tavolo, presso lo Yachting Club di Ognina, diverse personalità che si muovono sul territorio per “definire il modello di sviluppo di Catania nella fase di ripresa”.
Questo il titolo della tavola rotonda in cui si è discusso “della ripresa economica guardando al futuro, insieme alle élite culturali della città che rappresentano il fior fiore dell’elevatezza culturale della Sicilia orientale”, come ha sottolineato in apertura Giuseppe Fichera, presidente del Lions Club Catania Host.
“Mentre nel Nord-Est del Paese il processo di ripresa è già iniziato – ha commentato Pogliese – nella realtà catanese e del Sud siamo all’inizio”. Ci sono settori, però, che a seguito della crisi sono stati beneficiati, come quello di logistica e trasporti, che in Sicilia sta andando bene.
All’evento anche Francesco Basile, rettore dell’Università di Catania, che ha commentato le eccellenze della sanità a Catania. “La media è ancora troppo bassa – ha dichiarato Basile – abbiamo strutture buone, professionisti validi ma un’organizzazione scadente. I presidi ambulatoriali e di emergenza sono pochissimi e potrebbero sgravare gli ospedali da tanto traffico pazienti,migliorando la qualità dell’assistenza”.
Di contro ci sono eccellenze che vanno valorizzate, come i reparti di Ematologia, Cardiologia, Neurochirurgia, oltre ai giovani specialisti su cui è importante puntare e che trovano consenso in tutta Italia.
A parlare di adeguamento antisismico è stato invece Paolo La Greca, ordinario di Urbanistica, che ha sottolineato come la nostra sia una città a elevata pericolosità simica. “Le azioni possibili vengono dal senso civico e dalla capacità dei privati di agire – ha detto – perché non è possibile aspettare che succeda qualcosa per muoversi”.
Parlando di motori di sviluppo si pensa anche al trasporto marittimo e al porto, senza sottovalutare il rapporto di quest’ultimo con la città.
“Catania ha un porto che sta nel centro storico – ha dichiarato a tal proposito Matteo Ignaccolo, ordinario di Trasporti – che offre la possibilità ai cittadini di fruire di spazioltre a quelli destinati all’attività commerciale e portuale”.
Di energia ha parlato invece Rosario Lanzafame, professore di Sistemi per l’energia e l’ambiente, secondo cui “l’Isola impegna energia al costo più alto d’Italia ed è necessario ottimizzare le risorse della nostra terra attraverso le fonti di energia rinnovabile, dal fotovoltaico all’eolico”.
“Il rapporto tra immigrazione e convivenza civile è importante per pensare la società che stiamo costruendo – ha commentato Orazio Licciardello, docente in Psicologia sociale – e si basa sulla reciprocità intesa come rispetto delle regole da parte degli immigrati e rispetto delle loro identità da parte dei locali e delle istituzioni”.
All’ex rettore Giacomo Pignataro, invece, è toccato il compito di trarre le conclusioni della serata. “Sono stati individuati gli aspetti che ostacolano la crescita del nostro territorio e in particolare quei fattori che ne riducono la competitività, come l’infrastrutturazione materiale, i trasporti, i rischi sismici”.
Fondamentale anche l’aspetto che riguarda la formazione e l’istruzione. “I dati dicono che la Sicilia è al 257 posto su 263 ragioni d’Europa ed è ovvio che la mancanza di capitale umano qualificato ostacolerà qualsiasi progetto di sviluppo”.
“Stiamo vivendo momenti particolari – ha concluso il governatore di Lions Vincenzo Spata – e dobbiamo assistere le istituzioni affinché si possano mettere in atto quei progetti volti al risveglio e al riscatto della nostra economia”.