In base ai sondaggi, per quello che valgono, il Movimento 5 Stelle è accreditato in Sicilia del 37% dei voti, il Partito democratico del 20%, la Destra del 15%. Non vi è dubbio quindi che, con l’attuale legge, Giancarlo Cancelleri (se sarà lui il designato da Grillo) diverrà il 33° presidente della Regione. Precisiamo che negli Usa dal 1787, cioè in circa 230 anni, sono stati eletti appena 45 Presidenti.
La modifica della legge elettorale dovrebbe riguardare anche l’elezione dei deputati regionali con l’introduzione di 70 collegi uninominali nei quali viene eletto il candidato che al secondo turno riceva la metà più uno dei voti validi.
Questo è un vero sistema democratico perché il cittadino-elettore ha la facoltà di scegliere chi voglia al primo turno, ma poi calcola di scegliere il meno peggio al secondo turno. Una selezione rigorosa ed inequivocabile che non presta il fianco al mercimonio delle preferenze, agli accordi con la criminalità organizzata, perché diventa trasparente qualunque sia l’accordo tra le parti.
È ovvio che imbrogli e imbroglioni ci sono con qualunque legge elettorale, ma laddove c’è trasparenza, è più facile scoprirli da parte dell’opinione pubblica.
È vero che in Francia è capitato che il Presidente della Repubblica fosse di una parte politica e la maggioranza della Camera dei deputati della parte opposta. Ma nel Paese transalpino le cose funzionano anche con questo disaccordo.
Peraltro una situazione del genere si è più volte presentata negli Usa laddove il Congresso aveva una maggioranza di colore opposto a quella del Presidente eletto.
Ma Usa e Francia sono Paesi evoluti, la Sicilia è ancora agli albori della civiltà politica, nonostante pomposamente da alcuni si voglia accreditare il mito (non dimostrato) che il Parlamento siciliano risalga al XIII secolo e sia quindi uno dei più antichi del mondo. Ma anche i greci 24 secoli fa erano la prima civiltà di quel mondo ed oggi sono all’ultimo posto dell’Unione europea.
Non bisogna vivere di ricordi del passato ma essere calati nella realtà odierna. Il dilemma dunque è: alla Regione il M5S o, col doppio turno, un’altra parte politica.