Archimede (287 a.c.-212 a.c.), a Siracusa, formulò il principio che da lui deriva il nome, secondo il quale “ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido”. Ebbene, Siracusa è un’altra bellezza che sta via via crescendo in notorietà mondiale, anche per effetto delle rappresentazioni classiche che l’anno scorso hanno avuto oltre 110mila spettatori.
E poi, il Parco archeologico di Agrigento, Mozia, San Vito Lo Capo, la new entry del ragusano con Montalbano, i parchi delle Madonie e dei Nebrodi. Insomma, non si finirebbe più di occupare spazi per divulgare bellezze note a tutti.
Ma perché queste bellezze non vengono messe a reddito? La risposta è complessa ma si può semplificare come segue: perché i responsabili delle istituzioni regionali e locali, nonché le organizzazioni imprenditoriali e sindacali del settore turistico e gli stessi sindaci, non possiedono i saperi e le conoscenze necessarie per portare gli ospiti a visitare il nostro patrimonio.
Ad esempio, colpisce che il Comune di Taormina sia in pre-dissesto: una vergogna non solo per quei cittadini ma per tutti i siciliani.
Nonostante quanto precede, è la Bellezza che può salvare la Sicilia, ma ad una condizione: che la Sicilia salvi la Bellezza. Non sembri un gioco di parole, se ci pensate bene, ma è la rappresentazione di un circuito virtuoso che consentirebbe al popolo isolano di uscire da questa deficienza economica, risollevando gli oltre 700mila poveri, dando occupazione al 22% della popolazione che non ce l’ha, riconquistando una degna posizione nella graduatoria del Pil nazionale ed europeo.
Non possiamo accettare che la nostra Isola sia ancora agli ultimi posti nella graduatoria delle regioni europee, anche rispetto a realtà che non possiedono obiettivamente Bellezza, né che si trovano in posizione strategica al centro del Mediterraneo.
Sembra inaudito che i responsabili regionali, che i politici dell’Ars e dei consigli comunali non guardino questo scenario meraviglioso e contemporaneamente desolante. Sono tutti ciechi, orbi, ma anche idioti perché non sfuggiranno alle loro responsabilità, additate dalle generazioni future che hanno rovinato!