Nonostante ciò, non è possibile che un presidente della Regione venga infornato nella scena mediatica perché riceve un’informazione di garanzia (e non avviso di garanzia) per una supposta e larvata ipotesi di reato.
Abbiamo più volte espresso la nostra linea editoriale: noi non daremo notizia dell’informazione di garanzia, perché i cattivi giornalisti hanno abituato l’opinione pubblica a considerarla avviso di colpevolezza.
Quando ci riferiamo ai cattivi giornalisti, intendiamo quei colleghi che cercano la notorietà e non il bisogno di dire la verità. La verità è che un’informazione di garanzia intende tutelare il cittadino su cui si svolgono le indagini. Il bravo giornalista dovrebbe sempre e sistematicamente comunicare questa circostanza, qualora ritenga che la notizia vada pubblicata, contrariamente al nostro già affermato punto di vista.
Ai cattivi giornalisti forniscono le notizie i Pubblici ministeri, che quando indagano dovrebbero mantenere la più completa riservatezza fino alla conclusione delle indagini. Anche perché, non sanno a priori come esse si concluderanno, tanto è vero che spesso le Procure le chiudono con l’archiviazione.
La parte più grave della questione è legata all’abnorme durata dei processi, che mantiene cittadini innocenti sulla graticola per anni. In questo quadro, rientra il comportamento di alcuni Giudici per le indagini preliminari, che dimenticano di essere indipendenti dai colleghi Pubblici ministeri e dimenticano il loro dovere di imparzialità e terzietà. Cosicché, prendono pari pari le ipotesi accusatorie basate su vaghi indizi e con un decreto mandano a processo cittadini dignitosi e, lo ricordiamo ancora, innocenti.
I cattivi giornalisti sono portavoce di alcuni Pubblici ministeri. Mentre la maggioranza di questi ultimi lavora in silenzio e produce risultati eccellenti per i quali vanno sostenuti senza alcun tentennamento.
A queste distorsioni, mettono rimedio i Magistrati giudicanti. Ma quanto tempo ci vuole per porvi rimedio! E in ogni caso, cancellare inchieste sciagurate perché basate sul nulla non da l’opportuno ristoro mediatico a chi è stato infornato.