Il vino come rivitalizzatore di territori e di città
Investire sul vino conviene anche perché, soprattutto in Italia, i cittadini sono sempre più coinvolti in iniziative legate al vino. Sono 24 milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno partecipato ad almeno un’attività enocorrelata. In particolare, 16,1 milioni hanno partecipato a eventi, sagre, feste locali legate al vino; 14,2 milioni si sono recati in locali, ristoranti e trattorie perché disponevano di buoni vini; 13,7 milioni hanno fatto vacanze e gite in località celebri per l’enogastronomia. Sono il 62,3% dei millennials, il 49,8% dei baby boomers e il 26,1% dei longevi ad aver partecipato alle diverse attività enocorrelate. Il popolo del buon vino genera così una vera e propria economia diffusa, a beneficio non solo dei soggetti e dei territori del settore, ma anche dell’economia italiana nel complesso.
Nove consumatori su dieci scelgono la qualità
Il 93,2% dei consumatori sceglie il vino in base alla qualità e non al prezzo. E nello scegliere la qualità pesano alcuni fattori precisi: che il vino sia italiano (per il 91,2%), che sia un vino Dop (Denominazione di origine protetta: 85,9%) o Igp (Indicazione geografica protetta: 85,4%), che sia del marchio giusto (70,4%). Perché la storia del vino italiano è una storia di vini locali e di marchi che esprimono il legame profondo con comunità e territori, protagonisti di processi di rigenerazione locale e di conquista dei mercati globali.
La potenza dell’export del vino
L’Italia conta su una produzione di vino pari a 50,9 milioni di ettolitri nell’ultimo anno, superiore a quella di Francia, Spagna, Germania, Portogallo. Il valore dell’export del vino ha raggiunto i 5,6 miliardi di euro nel 2016, con un incremento del 27,6% nel periodo 2011-2016. Si registra un boom delle esportazioni di vini Dop (+44,8% in valore e +20,5% in quantità) e Igp (+24,1% in valore, pur a fronte di un -3,7% delle quantità). Ed è decollato l’export degli spumanti: +117,9% in valore e +85,1% in quantità. Il vino italiano è un potente ambasciatore nel mondo del made in Italy e dell’Italian style, ma sono ancora enormi le potenzialità da cogliere sul sentiero dell’innalzamento del valore. Se, ad esempio, la nostra produzione raggiungesse il valore unitario della produzione francese, l’export di vino italiano potrebbe aumentare fino a 12 miliardi di euro, con un incremento di 6,4 miliardi rispetto ai valori attuali.