Dall’altra parte vi era la balbettante Unione europea, ancora divisa su tutto, salvo i 19 Paesi che hanno deciso di avere la moneta unica.
La verità è che l’Ue, non essendo un’unione politica, non è in condizione di parlare all’esterno dei propri confini con una sola voce: quindi, è debole, fragile e ininfluente.
Ecco perché Trump ha scelto di parlare quasi esclusivamente con la Merkel, perché sa che la nazione-guida dell’Ue è proprio la Germania e nulla accade senza il suo consenso.
Il giovane Emmanuel Macron ha preso in mano una Francia indebolita da un inutile Hollande, per cui avrà il suo da fare per rimettere in sesto quell’economia. L’Italia è nel caos politico più completo, mentre ha di fronte l’irta salita della legge di Stabilità 2018, che dovrà essere formulata da governo e maggioranza molto forti, perché dovranno essere prese decisioni impopolari, cioè quelle decisioni che tagliano le unghie ai privilegiati.
La Gran Bretagna è già fuori con la testa dall’Ue, seppure formalmente legata ancora fino a marzo 2019. Gli altri Paesi contano poco se non per effetto di quegli accordi disastrosi che prevedono votazioni totalitarie su alcune questioni fra cui il bilancio.
Cinquant’anni persi: un lungo percorso senza apprezzabili risultati, se non l’euro.
E’ chiamato in causa, perciò, l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, persona intelligente che deve puntare i piedi per fare il possibile necessario a non disperdere questo tesoro.
Ovviamente, è il primo cittadino di Taormina che dovrebbe pedalare come Tom Dumoulin nella cronometro Monza-Milano, per trarre vantaggi da utlizzare nella prossima stagione invernale, quando tristemente e puntualmente Taormina chiude alberghi e ritrovi per quattro-cinque mesi.
Il sindaco dovrebbe andare immediatamente a visitare ordini professionali e associazioni di ogni genere per far svolgere convegni nella propria città, dal momento che il Palazzo dei Congressi è stato definitivamente riaperto.
Portare due o tremila persone per volta, per eventi di questo tipo, farebbe rinvigorire l’economia di quel territorio e quello dei dintorni.
Ce n’è urgente bisogno. Diamoci da fare. Ora, non domani!