Regione, dipendenti in protesta ma nessuno parla di produttività

PALERMO – Otto sigle sindacali siciliane (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Cobas/Codir, Sadirs, Siad, Ugil e Dirsi) hanno indetto per la giornata di domani un’assemblea/sit-in di tutto il personale regionale, degli Enti e delle società che ne adottano i contratti di lavoro. La ragione dell’iniziativa è “il mancato rinnovo – spiegano i sindacati in una nota congiunta – dei contratti di lavoro, giuridici ed economici, del comparto e della dirigenza, scaduti da oltre 10 anni, e il mancato riconoscimento delle professionalità del personale dipendente in stallo da oltre 26 anni e che sta causando una paralisi irreversibile della macchina amministrativa”.
 
L’ultimo accordo lavorativo approvato, applicato a dipendenti della Regione, a Partecipate, Enti locali e Camere di commercio, risale infatti al 2007, con riferimento però al quadriennio 2002-2015, mentre l’ultimo concorso interno ha visto la luce nel lontano 1983. I beneficiari di questo contratto collettivo sono, secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti al 31 dicembre 2015, oltre 16 mila dipendenti regionali, tra personale esterno ed interno, e 1.400 dirigenti; un dato complessivo che, nonostante la contrazione registrata negli ultimi anni, resta comunque molto elevato sia in termini assoluti sia in rapporto al numero dei cittadini: il rapporto in Sicilia è infatti di 5,13 dipendenti ogni 1.000 abitanti in età lavorativa, a fronte di una media di 1,86 per le regioni, mentre quello tra dirigenti e restante personale regionale è pari a un dirigente ogni nove dipendenti.
Se da un lato l’attenzione di tutti è rivolta al rinnovo dei contratti e all’ipotesi aumento di 85 € mensili in busta paga, dall’altro nessuno mette in evidenza la differenza individuata tra retribuzione media dei nostri regionali e quelli ministeriali, che segna un gap, secondo i dati forniti dal Conto annuale dello Stato del 2015, di ben 6.865 euro a favore dei lavoratori siciliani. Differenza che potrebbe salire a 7.514 euro, considerando le 12 mensilità, se la proposta di inserire in busta paga ulteriori 85 euro venisse definitivamente approvata, facendo schizzare alle stelle la spesa dedicata al personale, a cui si aggiungerebbero almeno altri 40 milioni di spesa l’anno. La proposta però è attualmente congelata, ostaggio della Finanziaria bis che il prossimo 14 giugno arriverà in Aula per la consueta discussione e che contiene norme relative alla dirigenza e alla soppressione dell’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione Sicilia che si occupa proprio delle trattative riguardanti il contratto collettivo regionale di lavoro.