Progetti formativi su misura dei giovani per un’alternanza scuola-lavoro efficace

La stagione corrente della scuola italiana è caratterizzata dall’impegnare gli alunni in attività lavorative. Sull’opportunità, o meno, di svolgere queste attività all’interno di aziende, vi è un dibattito che pone l’accento sul rischio di degrado dell’esperienza verso forme di sfruttamento della manodopera fornita dai giovani. Tuttavia, malgrado qualche episodio, nulla giustifica la generalizzazione “alternanza scuola-lavoro uguale sfruttamento”, perché la scuola non la si attua generando stereotipi, bensì formando cittadini dotati di coscienza.
Se la gestione dell’alternanza è precisa, coerente con le finalità scolastiche di formazione – cioè l’esatto opposto dell’addestramento a un compito – allora essa diventa volano di nuove competenze, unendo conoscenze scolastiche e abilità apprese sul campo lavorativo e promuovendo l’apprendimento informale e cooperativo. La scuola ha l’obbligo di individuare i percorsi e vigilare sullo svolgimento delle attività, affinché tutto si svolga con la finalità di potenziare l’apprendimento e preparare l’alunno/cittadino a entrare nella società come protagonista.
Il contatto tra alunno e lavoro va preparato a piccoli passi, per consentire ai giovani di acquisire la consapevolezza di sé nell’affrontare situazioni nuove in contesti fuori dell’ambiente scolastico, controllato e collaudato ma limitato per preparare ad agire nelle variegate circostanze della vita sociale. La via maestra per consentire che ciò avvenga è l’accurata progettazione formativa dell’alternanza, ben calibrata sulle necessità dei giovani, quest’ultime intese come crescita della personalità individuale sulla base delle conoscenze, del bagaglio esperienziale, delle potenzialità e delle attitudini.
Il progetto formativo, concordato tra scuola e partner esterno, deve essere coerente con l’età e i livelli di conoscenza ed esperienza, così da formare la base su cui sviluppare un processo di crescita individuale che non deve essere superata dall’obbligo dell’adempimento burocratico.
Di questo processo è responsabile la scuola come soggetto istituzionale che guida la formazione dei giovani. Essa deve inserire gli elementi formativi perché i partner del mondo lavorativo, nella maggior parte dei casi, non sono dotati di strutture atte a curare l’aspetto pedagogico e didattico dell’alternanza scuola-lavoro.
Si auspica che ciò comporti un ulteriore stimolo affinché la scuola rimanga protagonista dei processi educativi e non rinunci al proprio ruolo di formatrice istituzionale.