Luigi Gubitosi, uno dei tre commissari straordinari di Alitalia, ha detto che quello sciopero è stato un regalo ai concorrenti. Ma, di più, è stato un danno grave per tutti i passeggeri della Compagnia nazionale, anche se i loro viaggi sono stati riprotetti con altri voli.
Lo sciopero è stato condannato da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil. La parte politica di Governo ha cominciato a recitare il solito motivo: “È arrivato il momento di regolare il diritto di sciopero”.
Vi è una quarta questione che la legge dovrebbe regolare: riguarda l’indispensabilità della proclamazione dello sciopero, appunto considerandolo come estrema ratio. Vi sono poi altre questioni che andranno regolate.
Non sarà facile mettere mano a una legge che tolga l’arbitrio a sindacati piccoli e grandi, nella materia, perché nessuno vuole rinunziare ai privilegi che una democrazia malata come quella italiana non è capace di estirpare alla radice, chiunque ne goda.
Tuttavia, ora i tempi sono veramente maturi, anche per non intralciare la debole crescita che andrebbe invece rinvigorita, eliminando i cavalli di frisia dei privilegiati, i quali non vogliono perdere neanche un centimetro dei loro vantaggi.
Tutti parlano di riforme. Qualcuna si riesce a fare, ma è sempre debole e poco efficace perché le parti politiche che le approvano tengono sempre l’orecchio sensibile al vento popolare, vento che viene soffiato dai gestori delle potenti lobby, cui appartengono anche i sindacati del pubblico impiego, perchè quelli del settore privato sono moderati.
Ma questa litania viene udita dai cittadini da trenta o quarant’anni e non si trasforma in quelle leggi regolatrici previste dalla Costituzione.
Cosa dovrebbero regolare le leggi? In primo luogo certificare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali, stabilendo, secondo i principi costituzionali di proporzionalità e ragionevolezza, quali possano essere quelli rappresentantivi, determinando lo sbarramento attraverso una soglia.
In tal modo si eviterebbe che anche quattro gatti possano proclamare lo sciopero, creando danni ai cittadini e alle società dei servizi, le quali subiscono perdite notevoli non potendoli effettuare.