Per costruirsi una personalità che affronti adeguatamente le avversità che ci capitano tutti i giorni, è necessario lavorare su se stessi aumentando l’autostima. Essa va costruita giorno dopo giorno, confrontandosi con i fatti che accadono da mattina a sera e, per chi è nottambulo, anche quando il sole è tramontato.
L’autostima si costruisce addestrando la propria mentalità ad essere positiva, a valutare costantemente il bicchiere mezzo pieno, a minimizzare le avversità e le relative conseguenze, a trovare soluzioni idonee per superare le difficoltà.
Questo modo di vivere non è facile perché comporta un lavoro costante sulla propria personalità, la quale va addestrata e alimentata con una lettura continua e con la comprensione di tutto ciò che accade intorno a noi.
E quando non comprendiamo, non ci dobbiamo fermare, ma con costanza e tenacia attingere a tutte le fonti e chiedere a chi è qualificato la spiegazione dei fatti che non abbiamo compreso.
Insomma, bisogna faticare, faticare e faticare per vivere al meglio, fuori dagli ozi e dal trascorrere del tempo che non ci procura progressi cognitivi.
Vi sono tanti pensatori, che hanno scritto dell’ozio creativo, fra essi: Bertrand Russell (1872-1970), Elogio dell’ozio; Robert Louis Stevenson (1850-1894), Elogio dell’ozio; Lamberto Maffei (1936), Elogio della lentezza.
Gli autori hanno trattato questo comportamento in modo antitetico al significato della gente comune, nobilitandolo come momento di riflessione sui grandi temi della vita.
Anche per la riflessione è necessaria una forte autostima – ripetiamo, costruita ogni giorno con mentalità positiva – per bene interpretare i fatti misteriosi che osserviamo e di cui ci diamo spiegazioni limitate dato che la nostra conoscenza è limitata.
Se quotidiani e periodici, radio e televisioni impiegassero un po’ del loro tempo a spiegare che cosa è la vita e come si dovrebbe condurre, farebbero un grande bene a lettori e ascoltatori, anche se il rischio di una bassa audiance sarebbe quasi inevitabile.
Vogliamo ricordare il maestro Alberto Manzi (1924-1997) che dal 1960 al 1968, nella Tv appena nata, fece una rubrica seguitissima intitolata “Non è mai troppo tardi”. Poca audience, ma tanta qualità.