PALERMO – Per rialzare le sorti di un turismo siciliano oramai in crisi serve la destagionalizzazione. Una battaglia che da sempre porta avanti il Qds ma che nelle stanze dei bottoni è rimasta sino ad oggi inascoltata. Ora l’esigenza sembra essere avvertita anche altrove. Anche perchè in ballo c’è il futuro di ben 20 mila lavoratori stagionali, persone che in sostanza lavorano per l’appunto soltanto nel periodo estivo con contratti a tempo. Per loro da un po’ di tempo a questa parte comincia a farsi sempre più dura la situazione: perchè se prima, anche se non si scoppiava di salute, i contratti avevano una durata anche di tre, quattro o cinque mesi, adesso il loro rapporto di lavoro si è ridotto anche a un mese e mezzo, massimo due mesi.
Allarme lanciato da più parti e che vede in primo piano la Cisl che già da qualche tempo ha messo in campo una serie di iniziative. L’ultima in ordine di tempo è stata un’interlocuzione avviata con lo Stato per potere mettere in campo soprattutto investimenti in modo da dare la possibilità ai vari Comuni di realizzare importanti eventi anche al di fuori dei canonici mesi estivi, che possono essere da luglio ai primi giorni di settembre.
“Presidente Gentiloni – scrivono il segretario generale della Fisascat Sicilia, Mimma Calabrò, e il segretario regionale aggiunto Pancrazio Di Leo, in una missiva indirizzata al premier – la Sicilia, ed in particolare il polo di Taormina, sono realtà che vivono per lo più di turismo e dove si potrebbe fare turismo 12 mesi l’anno in virtù delle condizioni ambientali e strutturali che favoriscono la zona jonica della nostra isola. Tuttavia, in questi anni, in modo progressivo e inesorabile, il periodo di impiego dei lavoratori del settore turismo si è drasticamente ridotto a pochi mesi, da otto mesi a sei e in molti casi, allo stato odierno delle cose, i lavoratori non arrivano neppure a maturare i requisiti contrattuali minimi per poter percepire l’indennità di disoccupazione, con la quale avere il sostentamento per le famiglie nel periodo di bassa stagione, quando le strutture ricettive chiudono”. Un problema che il sindacato ha fatto presente anche al presidente della Regione, Rosario Crocetta, che è stato incontrato personalmente e a cui è stata consegnata una copia della petizione ‘Lavoro e Naspi’ presentata nei mesi scorsi al ministro del Lavoro, Poletti, con un documento recante la sottoscrizione di oltre 5 mila firme”.
La Fisascat Cisl ha proposto un accordo sulla questione della stagionalità, con le relative proposte per ampliare il periodo di attività turistica e ricettiva. Nel documento viene inoltre evidenziata “la criticità del rapporto di lavoro che sempre più spesso si va restringendo, determinando delle difficoltà per i lavoratori e le loro famiglie nel periodo invernale e cioè nella bassa stagione quando le attività del settore sono chiuse”. Con quest’altra iniziativa si vuole portare all’attenzione del governo nazionale la necessità di un impegno forte “per rilanciare la prospettiva di nuove misure a tutela dei lavoratori del comparto turistico, in un comparto cardine e trainante dell’economia del paese e anche della Regione”. Con la destagionalizzazione si intende proporre un nuovo modello di sviluppo che dia più stabilità a tutto il sistema turistico regionale e che sia in grado di garantire un’occupazione stabile, valorizzando contemporaneamente la professionalità dei lavoratori. “Per questo – concludono Di Leo e Calabrò – chiediamo alle istituzioni ed ai vari attori protagonisti del territorio un’azione incisiva e concreta, finalizzata alla programmazione degli eventi durante tutto il corso dell’anno”.