La Sicilia delle incompiute: ora sono 159

PALERMO – Strutture sportive, case per anziani, strade, invasi, fogne, acquedotti, impianti di depurazione e molto altro: un campionario vasto e inutilizzato che racconta le tante storie dello spreco di denaro pubblico in Sicilia. È tutto registrato nell’elenco che racchiude le 159 incompiute siciliane registrate nell’ultimo aggiornamento della Regione siciliana dello scorso 29 giugno. Il registro ufficiale, stilato dal dipartimento regionale tecnico, è in crescita di 10 unità rispetto alla rilevazione dello scorso anno e relativa al 2015, quando il dato si era fermato a 149. Un flusso di dati che andrà a confluire nell’Anagrafe delle Opere pubbliche incompiute di interesse nazionale, costituta già nel 2013 sotto l’egida del ministero delle Infrastrutture, e prevista nel 2011 sulla base dell’articolo 44 bis del decreto legge 6 dicembre 2011, in seguito convertito nella legge 214 del 22 dicembre 2011.
Otto fogli densi di dati e cifre: dalla localizzazione alla spesa fino all’importo degli oneri per l’ultimazione dei lavori. Nell’elenco spiccano quattro opere col 100% dei lavori eseguiti, per una spesa complessiva di oltre 2 milioni di euro, che riguardano costruzione di bagni di cura saunistica (Pantelleria), il progetto per la costruzione di una scuola materna (Camporeale), le tribune di un campo di calcio (Milazzo) e un edificio da adibire a ricovero per anziani (Vita).
Non ci sono altri oneri per completarle, eppure rientrano ancora nella tipologia in quanto è possibile attestare che per la loro realizzazione sono “decorsi i termini contrattuali – si legge sul sito del ministero che definisce le ‘incompiute’ – ivi comprese le eventuali proroghe concesse e per i quali i lavori siano sospesi”. Sono 36, invece, le opere che hanno una percentuale di lavori eseguiti superiore ad almeno la metà. Per tutto il resto si è ancora fermi a una percentuale di avanzamento che si colloca tra la metà e lo 0%.
La cifra più alta spesa per una incompiuta, con riferimento all’ultimo aggiornamento, riguarda l’invaso Pietrarossa sul fiume Margherito tra i comuni di Mineo e Aidone. Ci sono 75 milioni di euro investiti per questa infrastruttura completa al 94% ed è un dato particolarmente rilevante, perché abbina lo spreco alla necessità, considerando tutte le criticità relative alla situazione idrica siciliana con la diminuzione delle piogge e una rete infrastrutturale, in termini di invasi e condutture, inadeguata. Altri 60 milioni di euro euro sono congelati per i lavori di costruzione del serbatoio Piano del Campo sul fiume Belice Destro e condotta di allacciamento al Torrente Corleone con funzione di adduttore irriguo.
Un altro grande spreco, tra i più costosi della lista, riguarda i lavori di costruzione per il raddoppio della circonvallazione di Palermo relativo al tronco compreso tra via Giafar e via Altofonte che ha visto un investimento di 14,5 milioni per un avanzamento pari al 13% e la necessità di 5,3 milioni per completare i lavori. Altri 20 milioni spesi per i lavori di completamento delle infrastrutture nell’area mista del comune di Petralia Soprana, con un avanzamento al 37% e necessità di ulteriori 6 milioni di euro.
Le motivazioni della incompiutezza delle opere fanno riferimento a tre casistiche: lavori interrotti oltre il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione, lavori interrotti entro il termine previsto per l’ultimazione e non sussistendo, allo stato, le condizioni di riavvio; lavori di realizzazione non collaudati nel termine previsto in quanto l’opera non risulta rispondente a tutti i requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo, come accertato nelle opere di collaudo.