Catania – Troppi giovani fuggono da Catania. “Non ci sono prospettive di futuro”

CATANIA – “I conti non tornano, i ragazzi se ne vanno: una città insostenibile?”. È questo il titolo ma anche i temi affrontati dell’incontro-dialogo con la città, organizzato dal professore di economia Maurizio Caserta e dal vicepresidente del Consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono. Un incontro per parlare della città e alla città, una Catania male amministrata secondo molti dei partecipanti (i conti non tornano) e in cui non ci sono prospettive di futuro (i ragazzi se ne vanno).
Eterogenea la platea di ascoltatori presenti al lido Azzurro dove “siamo baciati dal sole per mettere in luce i conti”, afferma Arcidiacono. L’incontro rappresenta un’esigenza di confronto che i presenti lamentano non esserci da parte dell’amministrazione Bianco, ma probabilmente rappresenta anche una prima apparizione di una delle coalizioni che si candiderà alle prossime elezioni amministrative.
“Abbiamo – dichiara Arcidiacono – esigenza di dialogo senza ipocrisie. Ho chiesto più volte un incontro con l’Amministrazione comunale, ma mi è sempre stato negato. Parlare alla città, spiegare come stanno davvero le cose, invece di dire sempre ‘tutto bene’ – sostiene – è un obbligo civile che io sento, soprattutto in quanto consigliere comunale”. Il vicepresidente del Consiglio parla di errore nell’avere sostenuto Enzo Bianco alla sua elezione nel 2013, e accusa l’Amministrazione di mancanza di una visione politica “limitandosi alla sopravvivenza di oggi”, dice, ma soprattutto, l’accusa di non dire esattamente la verità. “Il debito di Catania – continua – è cresciuto negli ultimi anni fino a raggiungere un miliardo e 370 milioni di euro. Una delle cause sta nella mancata riscossione dei tributi per oltre un terzo, ma questo non avviene solo perché ci sono i furbetti, molti catanesi non riescono a pagare perché non possono. La città che abbiamo è sempre più povera”.
Arcidiacono e Caserta, come dice quest’ultimo, vogliono “proporre una sfida a questa Catania che non è depressa perché sfortunata, esattamente come la Sicilia, ma perché il suo tessuto di base, le persone, stanno sempre peggio”, spiega.
Inclusiva, sicura e sostenibile sono le parole chiave che Caserta e Arcidiacono propongono per una nuova Catania. “Vogliamo porre l’attenzione – spiega Caserta – su due aspetti particolari del concetto di sostenibilità: uno fisico, l’altro economico. Da una parte dobbiamo intervenire su un territorio depresso perché sempre più vecchio, con sempre più divario economico e in servizi tra Nord e Sud e con sempre meno iscritti nelle nostre Università, dall’altra dobbiamo considerare il debito come fattore di sviluppo e non come zavorra. Per farlo – aggiunge Caserta – però, occorre che il debito sia pagato e non rinviato continuamente. Noi lanciamo un allarme perché se il sistema locale si indebolisce, cede tutto. Speriamo che questo sasso che stiamo gettando dia vita a una serie di cerchi concentrici in tutta la città”, conclude.