Amianto, in Sicilia 600 morti l’anno

PALERMO – L’amianto mostra il suo volto più crudele. I numeri diffusi dall’Ona (Osservatorio nazionale amianto) nei giorni scorsi confermano un male che appare così radicato da essere inestirpabile: 6 mila morti all’anno per mesotelioma, cancro ai polmoni, alla faringe, alla laringe, allo stomaco, al fegato, all’esofago, al colon, al retto e alle ovaie, per non parlare dell’asbestosi con le sue complicazioni cardiocircolatorie, 40 milioni di tonnellate contenenti amianto su tutto il territorio nazionale, bonifiche che non si concluderanno prima dei prossimi 85 anni.
Numeri nazionali che non nascondono la tragedia siciliana: l’Ona ha stimato in circa 600 i decessi per patologie asbesto correlate alla sola Sicilia nel 2016. E intanto le bonifiche sono ancora da avviare.
“La Sicilia ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane”. Il commento dell’Ona ai dati siciliani è netto, senza appello. L’Osservatorio ha censito 947 mesotelioma per il periodo che va dal 2000 al 2011, registrando quasi un centinaio di casi all’anno.
Il calcolo, tuttavia, non si esaurisce. Il mesotelioma, infatti, è un cosiddetto ‘tumore sentinella’ e “poiché i decessi per tumore polmonare sono almeno il doppio – quindi 200 decessi solo per tale patologia – si stima – spiegano dall’Ona  – che questa macabra contabilità porti già a 300 vite umane spezzate”.
A questo conteggio bisogna aggregare, inoltre, tutti gli altri decessi “causati dalle altre patologie asbesto correlate come tumore alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e ovaio, per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari (art. 145 DPR 1124 del 1965, modificato con l’art.4 della Legge n.780 del 1975)”. Il dato finale è quello di una vera e propria ecatombe: l’Ona ha calcolato in 600 i decessi per patologie asbesto correlate alla sola Sicilia nel 2016. Per quanto riguarda i mesoteliomi, il Renam (registro nazionale mesoteliomi) ha stabilito che la Sicilia ha un’incidenza del 5,3% su base nazionale.
E in ogni caso si tratta di dati sottostimati, in quanto in molti casi i cittadini siciliani sono costretti a emigrare “in Nord Italia per poter ottenere la diagnosi e per veri e proprio viaggi della speranza, per cui molti casi non vengono censiti”.
Quest’ultimo aspetto deriva da un ritardo particolarmente accentuato in Sicilia che riguarda l’assenza di un polo di riferimento medico che era stato previsto, dalla legge regionale del 2014, nell’ospedale Muscatello di Augusta per il controllo sanitario degli ex operai. La lr aveva previsto un cronoprogramma da rispettare in tempi brevi, ma quell’impegno non è stato mantenuto.
Pertanto si è ancora all’anno zero, o quasi, sul fronte del censimento e della mappatura, e quindi anche le bonifiche restano ancora degli oggetti misteriosi. A confermare questa tendenza c’è l’ultimo aggiornamento della mappatura delle bonifiche dei siti contenenti amianto che è stato effettuato dal ministero dell’Ambiente con dati aggiornati al 9 gennaio scorso: ci sono 46.146 siti da bonificare, 2.596 già bonificati e 4.408 parzialmente bonificati. Nell’Isola la mappatura è ancora da completare, ma non risultano siti bonificati nella grande mappa ministeriale.