Costava 495 mila lire, cioè all’incirca dieci stipendi di un dipendente, quando la benzina era intorno alle cento lire a litro. Percorreva 13 o 14 chilometri con un litro di benzina, anche se con i suoi 17 cv non era molto veloce. Tuttavia, non si fermava mai e le riparazioni erano facilissime.
Quella rivoluzione sociale non soltanto fu la fortuna della Fiat, ma un colpo di acceleratore all’economia del Paese e in particolare dei consumi, quei consumi che avevano avuto scarsa crescita per quasi un decennio.
Ricordiamo che in quel periodo gli italiani ebbero quasi un furore collettivo per la rinascita del Paese. Tutti si sacrificavano, lavoravano 12, 14 o 16 ore al giorno perché credevano nel futuro e volevano un futuro migliore. Questo accadeva anche perché i morsi della Guerra erano ancora visibili sulla carne dei cittadini, con ricordo degli orrori infiniti.
Un altro fatto va rilevato per inquadrare l’epoca di cui parliamo, e cioè che l’Amministrazione pubblica faticava a riorganizzarsi, ma tutti i pubblici dipendenti lavoravano senza tregua, sacrificandosi ben oltre l’orario delle 36 ore che ricordava l’epoca fascista.
Il senso del dovere dei pubblici dipendenti era un esempio per tutti i cittadini, che trovavano sempre risposte di servizio e non prepotenze come accade oggi.
Ogni tanto, viene citato Aleksej Grigor’evič Stachanov (1906–1977), un russo che non si stancava mai di lavorare, tanto che si chiamano stacanovisti quelli che lavorano tanto. Il personaggio non soltanto lavorava moltissimo, ma produceva risultati, quindi era un capace con un grande spirito di sacrificio.
Il lavoro non può essere fine a se stesso. Deve avere degli scopi, così come devono averli i lavoratori. Più aumenta il numero di chi produce, in modo più o meno indipendente, e più il Paese cresce.
Secondo Bertrand Russel (1872–1970), soltanto chi fa uno sforzo intellettuale si può rendere conto del male che fa a non lavorare, o a lavorare male, o a lavorare solo per passare tempo. E, continua, solo con uno sforzo morale si può capire che occorre fare più lavoro del necessario, onde conservare la propria posizione lavorativa.
Tutto ciò accade quando il bisogno è evidente e pressante e si ha la coscienza che senza di esso la vita si svuota.