Maladepurazione, è un disastro. “Governi regionali hanno fallito”

PALERMO – Il deficit depurativo non è sicuramente una novità in Sicilia: lungo le coste siciliane i tecnici di Legambiente hanno monitorato venticinque punti e ben diciassette di questi presentavano cariche batteriche elevate. “Una situazione – commentano dall’associazione ambientalista – non più tollerabile che rischia di compromettere una delle maggiori risorse di questa regione”.
È questo il bilancio del monitoraggio svolto da Goletta Verde, presentato giovedì mattina in conferenza stampa a Palermo dal presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna e dalla responsabile Campagne Serena Carpentieri, alla presenza di Marco Scurti del sindacato Medici italiani e rappresentante Assimefac e del capitano di fregata Fabio Citrolo della Direzione marittima di Palermo.
“Anche quest’anno – spiega la Carpentieri – registriamo dati tutt’altro che positivi lungo le coste siciliane. Anche se il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali è nostro dovere evidenziare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi siciliani. Un problema che affligge tante zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati anni dal termine ultimo che l’Unione europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi. A pagare al solito sono i cittadini, perché questi ritardi nell’attuazione della direttiva comunitaria hanno portato già a multe salatissime”.
L’Italia è già soggetta a tre procedure d’infrazione emanate dalla Commissione europea. La Sicilia pesa moltissimo in queste procedure di infrazione. Solo considerando la procedura di infrazione del 2014, nell’Isola sono coinvolti e sotto accusa ben 171 comuni. Questi rappresentano il 19% di tutti gli agglomerati a livello nazionale coinvolti dalla procedura di infrazione (883 in totale).
“La sfida della depurazione – dichiara Zanna – doveva rappresentare una priorità per il rilancio ambientale ed economico di questa terra, ma tutti i governi regionali che si sono succeduti hanno evidentemente fallito. Sulla sostenibilità ambientale, sulla qualità del mare e delle coste, si gioca una scommessa che la Sicilia deve assolutamente vincere se si vuole garantire un reale futuro ai nostri territori”.
Non si può certo dire che i bagnanti vengano poi informati a dovere. Anzi, tutt’altro. “La cartellonistica in spiaggia – continuano da Legambiente – è praticamente inesistente qui in Sicilia, anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri: rispetto ai 25 punti campionati, i tecnici di Goletta verde non hanno avvistato nessuno dei cartelli informativi previsti dalla normativa, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Anche quelli di divieto di balneazione sono merce rara: solo in cinque punti rispetto ai 20 dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti, o è stato disposto il divieto temporaneo alla balneazione, sono presenti cartelli per informare i bagnanti. Si tratta – concludono – di un problema che non va minimamente sottovalutato, perché mette a rischio la stessa salute dei bagnanti”.
Il monitoraggio di Goletta verde prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso che si trovano sulle spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare.  I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono stati considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Nove i punti monitorati in provincia di Palermo e nessuno di questi ha superato l’esame. Tre in provincia di Catania, due dei quali giudicati fortemente inquinati. Tre prelievi anche in provincia di Messina dove si registra una situazione critica alla foce del torrente Patrì. Giudicati fortemente inquinati anche due punti ad Agrigento, uno a Caltanissetta, uno a Siracusa e uno a Trapani.
Sempre in provincia di Trapani, c’è da segnalare il campionamento eseguito spiaggia presso scarico depuratore di Castelvetrano che dopo anni di giudizi negativi e di denunce di Goletta Verde per la prima risulta entro i limiti. Evidentemente le perdite della rete fognaria presenti in quel punto sono state riparate. Il punto in questione è comunque non balneabile per le autorità competenti per il potenziale rischio sanitario. Una situazione sulla quale bisogna continuare a vigilare ma che testimonia che l’efficientamento dei sistemi di depurazione e la loro manutenzione sono interventi fondamentali per prevenire l’inquinamento del mare.