Luci ed ombre sulla pesca in Italia

L’Unci Agroalimentare, che da sempre è vicina ai pescatori/armatori, vede ancora di più una confusione di idee sul sistema pesca Italia.
Si assiste ad un lavoro parlamentare sul Testo Unico della Pesca che al momento resta fermo ed in discussione, mentre, d’altro canto, si studia su come intervenire per salvare le risorse ittiche nel Mediterraneo.
In tale scenario i pescatori/armatori Aaspettano in religiosa attesa che gli vengano riconosciuti i contributi del Fermo Pesca annualità 2015/2016, mentre, nell’incertezza del pregresso, ci avviciniamo ad un altro fermo biologico previsto per l’anno 2017.
Il Pesce spada e quote, un patteggiamento infinito tra Iccat e l’Europa a favore dei paesi terzi, con la Spagna ancora sulla cresta dell’onda e l’Italia a cui arriverà un contentino: una quota rosicata “che potrebbe non soddisfare neanche le necessità delle poche imbarcazioni autorizzate”, ha spiegato il presidente di Unci Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio, “il Piano dei Piccoli Pelagici in Adriatico e la storiella delle non quote e Tac che molto fa innervosire i pescatori delle Circuizioni”.
Bisogna intervenire e presto perché i nostri pescatori abbiano quelle risposte che attendono da troppo.
Una volta creato un sistema di Quota e Tac, questo può dare risposte anche alla piccola pesca che oggi, attraverso l’attuazione del decreto emanato per la disciplina della piccola pesca e pesca artigianale, vede nei suoi articolati la possibilità di una visone sempre più europeistica del settore.
La piccola pesca e la pesca artigianale occupa, infatti, ben oltre l’80% della pesca in Italia.
Si sviluppa in svariati porti in lungo ed in largo per la nostra penisola ed nelle due Isole Maggiori (Sicilia e Sardegna) con le sue tradizioni e le sue contraddizioni.
Attraverso l’unione dei pescatori in società consortili sarà possibile senz’altro fornire maggiori risposte all’intero comparto restituendo così dignità al piccolo pescatore che in effetti tanto piccolo non è.