Siccità, fase drammatica. Dieci Regioni in allarme

ROMA – L’Italia è ‘assetata’, stretta nella morsa della siccità: i due terzi della Penisola sono a secco, manca l’acqua per campi e allevamenti di bestiame e le aziende agricole già contano, da Nord a Sud, milioni di danni, tanto che almeno 10 Regioni stanno per chiedere (alcune lo hanno già fatto) lo stato di calamità naturale. Ma a pagare il prezzo di caldo torrido e mancanza di piogge sono anche i cittadini: in varie città sono già state adottate misure per un utilizzo dei rubinetti ‘a ore’ ed anche a Roma il rischio di razionamento dell’acqua è sempre più vicino.

Pesantissimo l’impatto economico che la siccità
– con un 2017 che si classifica tra gli anni più caldi degli ultimi due secoli – sta determinando sul fronte dell’agricoltura: ammontano infatti complessivamente ad oltre due miliardi di euro, secondo un’analisi di Coldiretti, i danni alle coltivazioni e agli allevamenti, mentre la produzione nazionale di latte è crollata del 15%. Per gli agricoltori, da Nord a Sud, sta diventando sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, con i raccolti che in varie aree rischiano di ridursi anche del 50%.

Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha annunciato l’avvio delle verifiche
con le Regioni per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale per attivare il Fondo di solidarietà nazionale. In particolare, con la dichiarazione scattano la sospensione delle rate dei mutui bancari delle imprese agricole e il blocco del versamento dei contributi assistenziali e previdenziali.
Il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio, è pronto a firmare nelle prossime settimane gli schemi di contratto per assegnare le risorse per l’adeguamento delle infrastrutture di un centinaio di dighe in base al piano nazionale voluto dal ministro stesso. Il piano prevede 294 milioni per il miglioramento della sicurezza di 101 dighe a uso irriguo e/o potabile, di cui 79 al Sud.