PALERMO – Sono 21.285 i lavoratori precari a carico della collettività siciliana che risultano essere impiegati a vario titolo in enti pubblici dell’isola. Numero esatto, scremato da chi è stato escluso, per i più svariati motivi (disciplinari, dimissioni, decesso o altro ancora).
Si tratta di quel bacino di lavoratori che ancora oggi risultano essere a tempo determinato, quindi con contratti da precario da rinnovare di anno in anno. In pratica un esercito rispetto invece a quelli che sono stati fatti uscire dal bacino che risultano essere appena 623.
Questo quanto emerge dall’elenco regionale dei lavoratori appartenenti al regime transitorio dei lavori socialmente utili, appena aggiornato dall’assessorato regionale del Lavoro. si tratta di un elenco che è regolato dalla Legge regionale del 28 gennaio 2014, la numero 5. Un elenco nato con l’idea proprio di “favorire l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori”, quelli che rientrano nell’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, numero 81, e all’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 7 agosto 1997, numero 280, come recepito dall’articolo 4 della legge regionale 26 novembre 2000, numero 24. Si tratta di lavoratori che alla data del 31 dicembre 2013 risultano essere ancora titolari di contratto a tempo determinato o utilizzati in attività socialmente utili, secondo le disposizioni regolate dall’articolo 4, comma 9 bis e successive modifiche e integrazioni, del decreto legge 31 agosto 2013, numero 101, convertito dalla legge 30 ottobre 2013, numero 125. L’elenco è predisposto sulla base di alcuni criteri prioritari che sono anzianità di utilizzazione e, in caso di parità, maggior carico familiare e anzianità anagrafica.
I lavoratori precari impiegati presso le pubbliche amministrazioni siciliane che hanno presentato regolare istanza sono stati inseriti in questo apposito elenco “bacino unico” relativo alle disposizioni attuative delle norme contenute nella Legge D’Alia e nella legge regionale numero 5/2014 che riguardano i processi per la stabilizzazione del personale precario delle amministrazioni pubbliche.
Questi lavoratori inseriti nell’elenco avranno diritto di precedenza nelle stabilizzazioni effettuate dall’ente presso il quale risultano utilizzati. è stato pubblicato anche un secondo elenco provvisorio di lavoratori esclusi, perchè hanno usufruito di altra misura di fuoriuscita o perchè non rientranti negli elenchi alfabetici regionali dei lavoratori precari. Prima della pubblicazione in Gurs, i lavoratori avranno dieci giorni di tempo per integrare eventuali dati mandanti o correggere il numero dei componenti del nucleo familiare fiscalmente a carico, o inviare eventuali osservazioni.
I lavori socialmente utili (Lsu) sono stati istituiti nel 1981 con l’obiettivo dichiarato di offrire ai lavoratori temporaneamente sospesi dal lavoro un’attività con fine di pubblica utilità. Negli anni il bacino di questi lavoratori è fortemente cresciuto fino a raggiungere 170.000 persone a fine anni ‘90 in tutta Italia. C’è da dire che rispetto all’origine della Legge la Regione ad oggi ha fallito. In tre anni infatti si è riusciti a far uscire fuori dal bacino appena 623 lavoratori, una miseria rispetto all’enorme platea. Secondo l’origine della norma la Regione, che avrebbe garantito le risorse, contava di stabilizzare gran parte dei lavoratori. I Comuni che pur avendo la possibilità non assumeranno avrebbero subito un taglio dei trasferimenti da parte della Regione.