Il Movimento 5 stelle, per bocca del suo candidato alla Presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri, ha detto che anche l’Assemblea regionale dovrebbe approvare un analogo provvedimento, ma intanto il suo gruppo parlamentare, per quanto ci risulta, non ha presentato il relativo Ddl.
Aggiungiamo che lo stesso Cancelleri dovrebbe presentare un altro Ddl, per uniformare il calcolo dell’assegno pensionistico dei deputati uscenti a quello dei normali lavoratori, cioè il sistema contributivo.
Cancelleri dovrebbe anche presentare un Disegno di legge affinché dipendenti e dirigenti dell’Assemblea regionale abbiano un assegno pensionistico calcolato con il contributivo; e un’ulteriore iniziativa per riportare gli stipendi di dipendenti e dirigenti regionali allo stesso livello dei colleghi delle altre Regioni e/o degli statali.
Insomma, si tratta di tirare con decisione un frego su una certa parte di privilegiati pubblici siciliani, rispetto ai loro colleghi dell’Italia. Ovviamente, la lotta ai privilegi dovrebbe essere estesa a tutto il campo ove essi siano presenti, senza escludere nessuno.
La questione dei vitalizi ai parlamentari privilegiati è di più ampia dimensione. Quel furbacchione di Silvio Berlusconi ha detto che se dovesse essere approvata questa legge bisognerebbe procedere a fare la revisione dei 20 milioni di pensionati (ma crediamo siano molti di meno) che in atto godono dell’assegno calcolato con metodo retributivo. Con ciò intendendo che, siccome questo non si può fare, non si può nemmeno approvare la legge per quei poveretti di parlamentari.
Attingere alla fiscalità generale per pagare quella parte della pensione non dovuta, perché non corrispondente ai contributi versati, significa che i giovani trentenni, intorno al 2050, prenderanno un assegno miserrimo, perché le pensioni dei loro genitori e nonni avranno mangiato la riserva matematica.
È onesto tutto ciò? Divorare ciò che è un diritto sacrosanto delle future generazioni? No di certo. E per questo noi continuiamo a testimoniare, esponendo i fatti come sono, in modo che i nostri lettori, che sono cittadini, intervengano con forza e pacatezza, mediante scritti ed altre forme, per indurre i responsabili istituzionali, nazionali e regionali, a un comportamento orientato all’equità e alla giustizia.