Infrastrutture, a tu per tu con Luigi Bosco

PALERMO – Assessore regionale alle Infrastrutture per la Sicilia da circa un mese, Luigi Bosco racconta al Quotidiano di Sicilia un primo bilancio della sua nuova avventura all’interno del Governo Crocetta. Proprio il governatore lo ha “fortemente voluto” come racconta Bosco, il quale, a sua volta, ammette che ha “grande piacere” di far parte dell’attuale Giunta regionale.
“In questo periodo sto raccogliendo il lavoro fatto dai miei precedessori – dice Bosco – ma vorrei accelerare e trovare il sistema per sgrovigliare quelli che ho definito i nodi dell’ultimo miglio”. Secondo i dati dell’Ance (come abbiamo scritto lo scorso sabato sulle nostre pagine, ndr) i bandi pubblici siciliani sono in calo nel primo semestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, nonostante sia stato investito di più in termini economici. “Stiamo accelerando e già tra agosto e settembre alcuni dovrebbero partire. Uno di questi è un bando di piccola entità relativo alla messa in sicurezza di piste ciclabili e pedonali per tutte le città ed è in cantiere anche un bando per i parcheggi”.
Bosco spiega che si tratta di due bandi per i parcheggi in realtà, uno per le città con più di 30 mila abitanti di circa 12 milioni e uno di circa 90 milioni per le tre città metropolitane “anche se per questo bisogna aspettare che si risolva un problema di interpretazione normativa per cui sto aspettando dei pareri in merito alla governance”.
L’assessore racconta di applicare un modus operandi che “mette attorno ad un tavolo le risorse, ovvero i cervelli di tutte le parti interessate per individuare dei percorsi risolutivi”. Il riferimento è per i tanti appalti partiti e mai completati in Sicilia, ma secondo Bosco la strategia funziona e si stanno finalmente trovando delle soluzioni a problemi annosi come lo svincolo Giostra di Messina. Un appalto che Bosco è felice di poter definire risolto. “Il problema era nel collaudo perché c’erano delle dimenticanze e delle cose fatte male. Mettendo insieme Comune, Genio civile, Cas e il mio assessorato, anche se non ci credeva nessuno, l’abbiamo aperto”.
Un altro esempio di intervento risolutivo dell’assessore regionale alle Infrastrutture è la Catania-Ragusa. “Una strada importantissima per la sicurezza e per il collegamento dei due aeroporti di Comiso e Catania”, ma bloccata per due dinieghi da parte delle Soprintendenza che lo stesso assessore definisce “legittimi”. Nonostante la legittimità delle riserve, comunque, il lavoro di circa un milione di euro è stato completato grazie a un declassamento delle aree boschive interessate, frutto, anche questo, di un accordo interassessoriale e la Soprintendenza. “Tutto questo è stato fatto in tempi record e la Catania-Ragusa è entrata nel treno del Cipe”.
Tra gli altri impegni dell’assessore Bosco in questo periodo, anche l’accordo di programma strade “che significa che si sbloccano 480 milioni di euro di lavori. Sono quattro i progetti particolarmente importanti: un lotto della Nord-Sud siciliana per cui manca solo un parere Anac e poi è immediatamente cantierabile, un tratto di strada in zona Marsala per cui sono necessari 120 milioni di euro, un altro tratto, sempre da 120 milioni di euro, nella zona di Caltagirone e quasi 60 milioni sulla Adrano-Bronte. Tutti progetti che nei prossimi mesi diventeranno realtà”.
Pensando alla sicurezza inoltre, abbiamo chiesto all’assessore se i caselli inutilizzati che ci sono sulla Catania-Siracusa abbiamo motivo d’esistere. “A me non piacciono, ma secondo uno studio sono perfettamente coerenti con le norme”. Toglierlo inoltre sembra impossibile perché è destinata ad essere una strada a pagamento, quindi a questi se ne aggiungeranno altri. Ipotesi di pedaggio che interessa anche la Catania-Palermo. “C’è l’esigenza di dare vigore al Cas e c’è in atto un tentativo di trasformazione in società per azioni di cui il 50% +1 dovrebbe essere preso da Anas. Questo consentirebbe al Cas di dotarsi di una struttura di progettazione e di altre risorse importanti”. E proprio questa nuova disponibilità economica, potrebbe portare la Catania-Palermo a diventare a pagamento, perché, come spiega Bosco, questa opzione può essere attuata “solo se i pedaggi vengono utilizzati per altri investimenti infrastrutturali siciliani andando oltre la semplice manutenzione”.