Nel settore privato il datore di lavoro c’è, e il conflitto di interessi anche: ecco perché la produttività è elevata ed è misurata continuamente con i risultati ragguagliati agli obiettivi.
Gli stessi contratti nazionali stabiliscono forme di premi per chi lavora meglio, oltre che per chi lavora di più, e lo Stato ha anche stabilito forme di agevolazione fiscale detassando tali premi.
Tutto ciò va nella direzione di stimolare dipendenti e dirigenti a fare meglio e a fare di più, con performances sempre migliori e con una sorta di innovazione che migliori sempre le performances.
Insomma, una gara verso il positivo, che automaticamente espelle dal sistema il negativo.
Orbene, cittadini sono i dirigenti e dipendenti privati, cittadini sono i dirigenti e dipendenti pubblici. Perché non vi è una gara a chi lavora meglio e a chi produce di più, fra il comparto pubblico e il comparto privato? La mancanza di competizione, di fatto, crea privilegi per tutti i 4,2 milioni di dirigenti e dipendenti pubblici e delle partecipate pubbliche, perché non seguono le stesse regole del settore privato.
C’è un rimedio a tutto questo? Ovviamente c’è. Si tratta di attuare dei protocolli fra settore pubblico e privati che prevedano lo scambio di dirigenti e dipendenti per un certo periodo di tempo, per esempio sei mesi o un anno. Quando i dipendenti e dirigenti pubblici arrivassero nel settore privato, sarebbero un po’ scombussolati dall’inversione delle regole di funzionamento, ma poi, volenti o nolenti, dovrebbero entrare in quel meccanismo funzionante.
Il rischio è nella posizione inversa, quando dirigenti e dipendenti privati dovessero andare nel settore pubblico, seppure per un periodo transitorio. Saprebbero portare il loro bagaglio professionale per invertire il funzionamento negativo del settore pubblico? Ovvero, secondo la teoria economica di Gresham (la moneta cattiva scaccia quella buona), sarebbero influenzati negativamente, dimenticando il know how di provenienza e cominciando a malfunzionare per l’assenza di regole sostanziali nel settore pubblico?
Ovviamente, la questione può considerarsi un caso di scuola, che mai si verificherà. Perciò, perdonatemi per queste riflessioni agostane, ma non conseguenti al sole che picchia.