Vero è che proprio nel 2017 compie trent’anni l’Erasmus, sempre più appetibile, che ha formato schiere di giovani con esperienza all’estero e acquisizione delle relative lingue. Ma tale esperienza non è bastevole per passare dal mondo dello studio a quello del lavoro.
Per esempio, una prestigiosa università svizzera, che forma dirigenti alberghieri, fa trascorrere ai propri allievi nel campus solo una minima parte di tutto il periodo degli studi, mentre li manda a imparare nei più prestigiosi alberghi del mondo.
Nel sistema anglosassone, già negli ultimi due anni della scuola superiore, ai ragazzi viene chiesto a quali facoltà universitarie vogliano accedere subito dopo il diploma, in modo da fasare l’insegnamento scolastico con quello successivo di livello universitario.
Per altro, nelle università britanniche non possono accedere tutti i richiedenti. Là vi sono sbarramenti rigorosissimi che possono essere superati solo con il merito e non con altre componenti. Ciò non toglie che il Regno Unito assorbe moltissime intelligenze straniere e oltre 500 mila italiani che hanno successo perché fortemente preparati e motivati.
L’assenza di Merito e quindi l’occupazione abusiva di posti di responsabilità nella Pa o di docenti incompetenti a Scuola o professori inadeguati nell’Università rende l’Italia fragile e come dice un giornale satirico lucchese (il Vernacoliere): “L’Italia è un Paese senza palle, ma con tanti coglioni”.
Il più grande bene dei tempi nostri non sono i soldi, né i patrimoni, ma è l’intelligenza che produce competenze, cioè la capacità di adattarsi e di interpretare i continui cambiamenti e la rapida evoluzione dello stare insieme e dell’economia.
Chi non capisce il profondo cambiamento dei tempi e delle modalità è destinato ad essere tagliato fuori ed inutilmente può pietire il lavoro, che la Costituzione protegge.
Ricordiamo, però, che la Costituzione non protegge il posto di lavoro, ma il lavoro, vale a dire che intende mettere a disposizione di tutti i cittadini pari opportunità di partenza in modo che chi è più bravo prevalga.
Per questo, a Scuola e nelle Università, le parole d’ordine devono essere Rigore, Creatività, Ordine, Metodo.