È sentimento comune, che abbiamo percepito da molti personaggi del Pd siciliano, la rassegnazione alla sconfitta, perché il retaggio di Rosario Crocetta è insuperabile. Egli, come presidente della Regione, ha fatto più danni che il ciclone Irma, sia all’economia che ai siciliani. Per questa ragione, i candidati del Pd al seggio dell’Assemblea regionale, corrono come cavalli solitari nonostante il disgusto degli elettori siciliani.
Erroneamente, però, si dà la responsabilità totale di quanto accaduto in Sicilia a Matteo Renzi, perché la Sicilia è stata governata da quel pezzo del Partito democratico che a livello nazionale è all’opposizione, rappresentata da Orlando ed Emiliano. Nella maggioranza del Pd siciliano ci sono molti dell’Mdp bersaniano.
Tuttavia, Matteo Renzi ha ugualmente la responsabilità oggettiva dei disastri di Crocetta, perché fin da quando divenne segretario del Pd e poi presidente del Consiglio aveva il dovere di capire come andavano le cose qui e costringere Crocetta alle dimissioni.
Vero è che il Governo Renzi ha fatto firmare a Crocetta un’intesa che è una sorta di capestro per la Regione siciliana, ma è anche vero che il mancato rispetto dei patti non è stato adeguatamente sanzionato.
Micari forse non si è dimesso sapendo che le sue probabilità di approdare alla Presidenza della Regione sono estremamente modeste, non già a causa del suo valore, ma per la frantumazione dell’area che lo supporta.
In questo quadro, svetta la figura di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente di AnciSicilia, il quale nella maturità sta dimostrando le doti di leader ancor più di prima. Vogliamo ricordare che quando si dimise dalla Democrazia cristiana e fondò la Rete (1991), il primo quotidiano con cui fece il Forum per annunciare l’evento fu il QdS.
Escludendo dalla partita a tre la molto imbrobabile vittoria del Pd, resta la gara a due fra Musumeci e Cancelleri. Nei forum che faremo con i candidati alla Presidenza, porremo la questione fondamentale della Sicilia: la lotta ai privilegiati e l’inserimento del merito e della responsabilità in tutti i livelli istituzionali, sociali ed economici.