I continenti si allontanano e si avvicinano continuamente. Quando si avvicinano uno va sotto o sopra l’altro. Tutti i movimenti sono la fonte dei terremoti. Un fenomeno del tutto naturale che non può essere evitato e nemmeno previsto, almeno allo stato attuale delle conoscenze umane.
Però si può operare in modo che le conseguenze non siano catastrofiche con la perdita di vite umane, ma quest’opera di prevenzione nel nostro Paese non è mai stata fatta da una classe politica miope, che ha sempre guardato l’oggi e mai il domani o il dopodomani.
Abbiamo più volte citato il Giappone come Paese di grande lungimiranza, che ha ricostruito tutti gli immobili con criteri rigorosamente antisismici e ora non risente quasi più dei frequenti terremoti che si verificano in esso.
Neanche le eruzioni sono prevedibili, e solo la lentezza di percorrenza del magma consente di salvare vite umane, anche se eruzioni improvvise al di sotto dei crateri centrali non sono contrastabili. Quando nell’area del Vesuvio, dopo l’eruzione devastante del 79 d.C. abitano 600 mila persone e non c’è un piano efficiente di evacuazione date le strade strette, si può comprendere l’entità del disastro in caso di nuova eruzione.
Il cambiamento del clima è conseguente all’inquinamento sempre maggiore. I ghiacciai si sciolgono, il livello dei mari aumenta, rosicchiando la terra ed invadendola. Tutto questo è conseguenza del fatto che l’Uomo non programma il futuro.
Ma la Natura si vendica e denuda la sua pochezza. Si vendica appunto con le esondazioni, con i disastri idrogeologici e con ogni altra forma di reazione all’egoismo umano.
Cosicché la temperatura aumenta di parecchi gradi ogni decina d’anni, l’acqua piovana si concentra in nuvole immense che provocano le bombe, i tifoni diventano sempre più cruenti.
Solo di fronte a questi fenomeni l’Uomo dichiara la sua impotenza, ma spesso non riconosce le proprie colpe. Ciò perché è egoista e pensa che debbano essere gli altri a fare qualcosa: tutto è fattibile ma non nel mio giardino (Nimby).
Contro questa mentalità diffusa nel mondo c’è solo un’arma: la cultura, che genera conoscenza e competenza e, per conseguenza, la crescita mentale dell’Uomo.
Ma i tempi sono lunghi e nel mentre i disastri ambientali continuano.