Abusi edilizi, l’inerzia della Regione e quei coraggiosi isolati Comuni

PALERMO – Sul fronte degli abusi e delle demolizioni si affrontano due tendenze contrarie che arrivano dalla Regione e da una risicata pattuglia di sindaci. Da una parte c’è la scelta pilatesca di non intervento da parte degli organismi regionali, così come permesso dall’articolo 49 del collegato alla Legge di stabilità regionale (Lr 16/2017) pubblicata sulla Gurs del 25 agosto, e dall’altra l’azione di pochi primi cittadini e commissari che, sulla base delle disposizioni dirigenziali dei propri Comuni, sono riusciti a far rispettare le ordinanze di demolizione delle Procure.  
Si procederà come si è sempre fatto, cioè senza quell’organicità di azione che si dovrebbe pretendere da una macchina burocratica matura ed efficiente. La norma inserita nel collegato alla legge di Stabilità regionale (Pierangelo Bonanno ne ha parlato in dettaglio nel servizio “Abusi edilizi, spunta una ‘leggina’” sul QdS del 7 settembre scorso) di fatto impedisce l’invio di commissari ad acta per l’omessa emanazione delle ordinanze di demolizione. In altri termini l’assenza di vigilanza dei Comuni sull’attività urbanistico-edilizia consente all’assessorato del Territorio di esercitare i poteri sostitutivi attraverso un commissario ad acta soltanto per la mancata attività degli organi di governo, quindi sindaco, giunta e consiglio comunale, che però non hanno competenza sulle demolizioni, dal momento che soltanto gli organi dirigenziali degli Enti locali sono preposti all’emanazione delle ingiunzioni demolitorie. Si depotenzia l’assessorato al Territorio, permettendo alla Regione di tirarsi fuori dal guado e confermare la propria dote migliore: l’assenza.
Dall’altra parte ci sono i sindaci. L’ex primo cittadino di Licata, quell’Angelo Cambiano sfiduciato dal proprio consiglio all’inizio di agosto, si era resto protagonista di una battaglia per far rispettare le ordinanze di demolizione della Procura di Agrigento, chiedendo collaborazione proprio alla Regione.
Nella primavera scorsa aveva scritto a Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars, auspicando un supporto istituzionale e politico in relazione alla sua azione di rispetto della legalità. Tra i passaggi del suo appello si leggeva, appunto, che la Regione avrebbe dovuto inviare gli “ispettori per uniformare in tutta la Sicilia i procedimenti che oggi sarebbero tutti allo stesso livello di attuazione, quello della demolizione, dando il senso del rispetto della giustizia e delle regole uguali per tutti”. Nulla si è fatto e, anzi, la Regione si è mossa in direzione contraria, spingendosi lontano e adagiandosi in un posto sicuro, lontana dai rumori della battaglia.
In compenso la sfida continua e sono i commissari ad acta i più attivi. A Cambiano è subentrata  Maria Grazia Brandara, in quanto commissario ad acta, che qualche settimana fa al QdS ha confermato la continuità rispetto alle demolizioni avviate dall’ex primo cittadino. Nei giorni scorsi anche a Castelvetrano sono sorte delle novità. Il comune, infatti, utilizzerà il fondo messo a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti – ne abbiamo parlato nell’inchiesta del primo settembre – per avviare le demolizioni. Si tratta di circa 3 milioni di euro ottenuti dai commissari. L’ultimo censimento ha visto la presenza di 170 case insanabili che sono già state acquisite al patrimonio comunale.