La regione iberica ha sempre utilizzato tutti i fondi europei e statali, mettendo in campo anche una forte capacità propria per fare crescere il Pil in modo notevole, tanto che essa è ormai la Lombardia della Spagna.
Ma anche la nostra Lombardia e il Veneto – che il prossimo 22 ottobre manderanno a votare i propri cittadini per chiedere maggiore autonomia, ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione – hanno innestato processi di crescita per cui oggi sono le regioni più ricche del Paese.
I due referendum hanno lo scopo palese di trattenere maggiori risorse dalle imposte che il sistema economico di quelle aree paga allo Stato, con la conseguenza che lo sbilanciamento fra Nord e Sud aumenterebbe.
È pacifico il principio che chi produce ricchezza ne deve godere il più possibile, ma è altrettanto pacifico che un Paese ha il dovere di mettere al primo punto della propria politica la solidarietà fra i popoli delle regioni, in modo da portare all’effettiva eguaglianza (precetto costituzionale) fra tutti i cittadini.
Ma della necessità del livellamento di reddito e occupazione non c’è traccia nella Legge di Bilancio 2018 che si preoccupa di distribuire risorse a pioggia.
Fenomeno opposto è l’espansione della criminalità organizzata nelle regioni ricche, perché lì le motivazioni sono di inserirsi nei circuiti economici, fra cui gli appalti, per lucrare le differenze.
Infatti, è maggiore il numero degli scioglimenti di Comuni nel Nord piuttosto che nel Sud, almeno in rapporto a quello che accadeva qualche anno fa.
Sono dunque disoccupazione e povertà la benzina della criminalità organizzata. E questa benzina va prosciugata in modo che non possa più alimentare le attività criminose.
La recente riforma del Codice penale ha equiparato la corruzione alle attività della mafia. Abbiamo espresso perplessità su tale equiparazione, che potrebbe avere conseguenze sociali non indifferenti in relazione ai sequestri per equivalenza o alle confische.
Se la mafia va combattuta sul suo terreno, cioè facendo sviluppare l’economia e togliendo dai bisogni i cittadini, la corruzione si combatte all’interno degli Enti pubblici, mediante anticorpi.
Per fare questo occorrono Governi forti e Giunte regionali consapevoli della loro responsabilità: servire i cittadini.