Palermo – Acque torbide nel palermitano, caos sul servizio idrico integrato

PALERMO – La gestione del servizio idrico in provincia attraversa acque di burrasca. A tenere banco non è più solo il caso Bagheria, dove i cittadini inferociti hanno indotto il difensore civico a impugnare le bollette e in Consiglio comunale è stata istituita una commissione d’inchiesta. I disagi, nelle scorse settimane, si sono estesi a macchia d’olio in tutto il territorio provinciale: da San Giuseppe Jato a Mezzojuso, da Balestrate a Cinisi.
“La gestione privata del Sii (Sistema idrico integrato) da parte di Acque potabili siciliane Spa – accusa il comitato civico Liberacqua – sta mostrando il vero volto della politica di liberalizzazione dei servizi pubblici locali: pochi investimenti infrastrutturali, nessun miglioramento della qualità del servizio, nessun miglioramento della qualità dell’acqua, aumenti spropositati delle tariffe”.
Liberacqua ha fornito assistenza a numerosi utenti nella redazione dei reclami e nella presentazione di un ricorso al Tar Sicilia, perché – sulla scia del Consiglio di Stato e di altri tribunali amministrativi – sancisca l’illegittimità delle tariffe applicate in maniera retroattiva da Aps.
“A Cinisi – prosegue il comitato civico – la gestione comunale è terminata a novembre 2008 ma dopo un anno Aps non ha ancora provveduto a effettuare le letture dei contatori delle circa cinquemila utenze, per cui diverse fatture sono state emesse con lettura presunta, in acconto con possibilità di conguagli successivi”.
Peccato – ricorda Liberacqua – che manchi la Carta dei servizi e che non sia stato ancora approvato il regolamento della gestione del Sii. Nonostante questo, tuttavia, “il gestore applica già da subito i prezzi delle tariffe accessorie senza che le stesse siano state concordate con le associazioni dei consumatori: è il caso, ad esempio, degli anticipi fatturati da Aps, che sono stati richiesti in fase di sottoscrizione dei contratti anche dai comuni e che, ad oggi, non provvedono a restituire ai clienti”.
Ma le anomalie nelle bollette non si limitano agli importi legati ai consumi. In alcuni casi (a San Giuseppe Jato, Mezzojuso) i cittadini si sono visti addebitare anche la tariffa di depurazione, nonostante i comuni fossero privi di impianto per depurare le acque. Un canone di cui lo scorso anno la Corte Costituzionale (sentenza n.335/2008) ha sancito l’illegittimità. Interpellato su questi e altri dilemmi, Acque potabili siciliane non ha voluto fornirci alcuna replica.
 


Proteste. Palazzolo: “Necessario riconteggiare”
 
CINISI (PA) – L’ultima eco della protesta è arrivato da Cinisi, dove il Pd ha raccolto ha raccolto in piazza duecento bollette contro gli spropositati aumenti degli importi calcolati da Acque potabili siciliane.
“Le bollette che abbiamo raccolto – ha spiegato Giuseppe Biundo, responsabile provinciale Enti locali del Pd – testimoniano che Cinisi vuole uscire dall’Ato idrico e che di conseguenza il sindaco, che continua ad avere atteggiamenti ostili nei confronti dell’opposizione, ha sbagliato ad aderire a questo ente e a consegnare nelle mani di Aps la nostra sorgente. È lui il principale responsabile di questi problemi”.
“Questa amministrazione – ha replicato il sindaco di Cinisi, Salvatore Palazzolo – non poteva opporsi all’entrata nell’Ato idrico perché la legge ci ha obbligati a farlo. Sono soltanto cinque i Comuni nella provincia che si sono opposti e sono stati commissariati per la gestione dell’acqua pubblica. Comunque faremo riconteggiare ad Aps gli importi delle bollette”.