CATANIA – Ci sono voluti quasi 20 anni, con decine di milioni di euro investiti in prototipi e modelli poi messi da parte, ma è arrivato il momento della carta d’identità elettronica in tutta Italia. La Cie è una tessera di plastica dalle dimensioni simili a quelle di un bancomat o di una carta di credito. A differenza dei due prototipi utilizzati nei 18 anni di sperimentazione, la Cie 3.0 non ha una banda magnetica, ma un chip NFC nascosto che permetterà ai cittadini di velocizzare alcune operazioni burocratiche (come il riconoscimento negli aeroporti, ad esempio).
Le novità
A differenza del talloncino cartaceo ora in uso in gran parte d’Italia, la carta d’identità elettronica conterrà molti più dati. Oltre alla foto e alla firma del titolare, all’interno della CIE sono presenti l’impronta digitale, il codice fiscale, estremi dell’atto di nascita, il consenso alla donazione degli organi e il proprio domicilio elettronico. Al momento della richiesta, infatti, il cittadino deve indicare un indirizzo elettronico (numero di telefono, l’indirizzo di posta elettronica o l’indirizzo Pec) dove poter essere raggiunto dall’amministrazione pubblica in caso di necessità.
Come passare all’elettronico
La macchina amministrativa e burocratica da mettere in moto è piuttosto complessa e richiede un impegno economico non indifferente. Chiunque voglia richiedere carta d’identità elettronica ha a disposizione due modalità. Tramite il portale collegato alla Cie può chiedere un appuntamento all’ufficio anagrafe comunale ed evitare, così, di fare eventuali file per il rilascio del documento elettronico. In alternativa, può presentarsi direttamente allo sportello e attendere il proprio turno.
Maggiore protezione dei dati
La nuova Cie permette di elevare gli standard di sicurezza del documento, sia in fase di rilascio sia in fase di controllo. La card è caratterizzata da ologrammi, sfondi di sicurezza e microscritture pensate per renderne complessa la contraffazione e facilitando le operazioni di riconoscimento dei cittadini. I dati rilevati dagli uffici anagrafe saranno inviati ai server centrali tramite connessioni protette e codificati secondo gli standard europei in materia di documenti elettronici già adottati per il passaporto elettronico e per il permesso di soggiorno elettronico.
Obblighi organizzativi e formativi per i Comuni
La circolare n. 8 del 6 settembre scorso, detta le indicazioni, già illustrate dalla circolare n. 4 dell’aprile scorso per attivare il piano di dispiegamento delle postazioni di lavoro Cie presso tutti i Comuni. I tre allegati alla circolare accompagnano passo dopo passo i Comuni nel processo di attivazione. L’allegato 1 riguarda il piano di dispiegamento delle postazioni di lavoro Cie: periodo di installazione assegnato a ogni Comune, data del corso di formazione, polo formativo di riferimento, numero di posti assegnati. L’allegato 2, puramente tecnico, definisce le caratteristiche delle postazioni, i prerequisiti e la procedura necessari all’installazione della postazione e infine l’utilizzo delle postazioni la cui manutenzione spetta al ministero dell’Interno.
L’allegato 3 indirizzato alle Prefetture si concentra invece sul piano di formazione in aula per i Comuni coinvolti nell’emissione della Carta d’identità elettronica.