La responsabilità di quanto è accaduto è sicuramente del presidente uscente con disdoro e di quei deputati che hanno assecondato la sua mancanza di linea politica. La maggioranza di essi non fa riferimento all’attuale segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, bensì agli ex segretari Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema, rappresentati dal segretario regionale Fausto Raciti.
Il sottosegretario renziano Davide Faraone non è riuscito a capovolgere la situazione (forse non poteva), cosicché la Regione è rimasta impantanata con i vecchi soggetti che avevano già partecipato alle precedenti Giunte di Cuffaro e Lombardo, direttamente o indirettamente.
Gli alfaniani hanno retto il sacco ai bersaniandalemiani e così il patatrac è stato completo. Ecco perché non bisogna votare l’incolpevole rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, che, comprendiamo, ha messo a disposizione la sua candidatura sapendo che le probabilità di successo erano ridotte al lumicino.
Questo anche perché vi è la concorrenza di Claudio Fava, persona di prim’ordine, che ha le idee chiare su come si dovrebbe amministrare la Regione, a partire dal Piano aziendale sconosciuto agli ultimi tre presidenti.
Giancarlo Cancelleri e i suoi riporteranno con molta probabilità più seggi dei precedenti 14, nonostante il totale dei deputati scenderà da novanta a settanta. E questo è un bene perché nell’Assemblea regionale arriveranno tante persone senza incrostazioni e retaggi del passato. Le novità sono sempre positive e bisogna accoglierle con favore.
Non sappiamo se Cancelleri la spunterà su Nello Musumeci, anche se gli attuali sondaggi lo danno svantaggiato di tre-quattro punti percentuali.
Nella competizione elettorale del 5 novembre il ruolo principale lo avranno i cittadini schifati che non andranno a votare. Ma ci auguriamo che il loro numero sia inferiore a quel 52% delle elezioni del 28 ottobre 2012.
Votare è un diritto ma è anche un dovere. Gli assenti hanno sempre torto e il siciliano deve esprimere ragionevolmente la sua volontà: Musumeci, Cancelleri o Fava. Uno dei tre va indicato.
Ci auspichiamo che il senso civico prevalga sulla rabbia e l’indignazione con l’espressione del voto.