Così continua a trascinarsi la questione di fondo: vogliamo una Pubblica amministrazione che funzioni in base a merito e responsabilità e ai risultati ottenuti o vogliamo avere ancora un esercito di persone senza guida e senza obiettivi? Beninteso, dentro le quali vi sono valorosissime persone, degne di ammirazione, ma anche moltissimi fannulloni e incapaci che sono degli autentici parassiti e che vivono a spese della fiscalità generale.
Oltre alla palese ingiustizia dei contribuenti, che non ricevono come corrispettivo delle tantissime imposte pagate servizi di buona qualità, vi è una seconda e non meno importante iniquità: all’interno della Pa dirigenti e dipendenti di pari grado e di pari anzianità ricevono lo stesso stipendio, corredato con premi e indennità diverse, a prescindere dai risultati che ottengono.
Una volta l’ex ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta aveva intenzione di mettere le “faccine” verdi, gialle e rosse, a fianco di ogni sportello pubblico con i relativi pulsanti. Ogni cittadino avrebbe dovuto esprimere la sua valutazione schiacciando uno dei tre pulsanti. Ma l’iniziativa abortì.
Per raddrizzare la macchina pubblica, un peso per la collettività anziché essere un motore per lo sviluppo, ci vorrebbe una classe politica forte, capace e professionale nel comprendere i problemi, in modo da fornire direttive precise da cui la burocrazia sottostante non dovrebbe e non potrebbe discostarsi.
Com’è noto, se un pesce è fresco o trapassato si vede dalla testa. Ed è proprio la testa delle istituzioni, cioè governo, giunte regionali e sindaci, che nel loro complesso non sono sufficienti ad adempiere ai loro compiti, anche se bisogna sottolineare la presenza di eccellenti uomini politici.
Sembra una noiosa litania quella che ripetiamo da decenni, ma noi dobbiamo ripetere le cose che non vanno e quali siano le soluzioni per farle andare. Quindi, la noia non è nella ripetizione ma nella indolenza di chi ha il dovere di fare funzionare la Pubblica ammministrazione e non lo fa, pur continuando a percepire compensi molto superiori al lavoro che fanno.
Niente aumenti, dunque, ma efficientare la macchina pubblica, premiando però i bravi.