Forse anche i comportamenti presuntuosi sono frutto di immaturità e di paura. Chi non ha paura? Del futuro, dell’incertezza degli eventi, dei problemi che ci possono capitare tra capo e collo, degli imprevisti. Ma non è con la paura che si affrontano queste cose perché bisogna anticiparle sapendo che possono capitare. Quindi occorre rinforzare la propria mente e prepararla a ricevere colpi anche non previsti.
È l’addestramento continuo del nostro cervello che crea gli anticorpi rispetto alle avversità perché esse arrivano inevitabilmente. Ma quando arrivano bisogna essere pronti ad affrontarle adeguatamente e a passare subito alla fase due, cioè a prospettare soluzioni idonee per superarle. L’addestramento di ognuno di noi parte dalla capacità di produrre anticorpi e fra questi l’ironia.
Il ruggito del coniglio è un classico esempio di chi spara sentenze senza cognizione di causa, pensando di impressionare gli altri, come fa il coniglio sull’orlo della foresta. Ma poi, quando arriva il leone, si rattrappisce, diventa piccolo piccolo, cerca di nascondersi perché la paura lo attanaglia. Così ruggisce il coniglio!
Diceva Ennio Flaiano (1910-1972): quello non dice nulla, ma lo sa dire molto bene. Sembra la fotografia di tanti parrucconi che dalle televisioni fanno sermoni cercando di impressionare gli ascoltatori.
Ed altri soloni che scrivono sui giornali le loro quotidiane sentenze, come se avessero la sfera di cristallo, dentro cui, da buoni maghi, vedono il futuro.
Da parecchi fra costoro sentiamo il ruggito del coniglio e molti trascorrono beatamente un giorno da pecora, spesso lautamente pagati col denaro pubblico che viene sprecato, anziché essere impiegato per rendere servizi di pubblica utilità ai cittadini.
Per fortuna, vi sono quelli bravi che fanno funzionare il mondo, anche se non è giusto che vengano compensati come gli incapaci. Ciò accade perché la cultura del merito non è molto diffusa nella società, salvo in quella parte di essa dove è indispensabile per essere competitivi e produttivi.
Non fanno parte di questa categoria né politici né burocrati. Evviva l’equità!