Ha anche fatto scalpore l’assoluzione dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone che ha trascorso ben nove mesi in carcere.
Il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, all’apertura dell’anno giudiziario, il 26 gennaio 2017 ha detto: “Bisogna aprire delle finestre di controllo giurisdizionale nelle indagini”.
Successivamente è intervenuto il vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, il quale ha detto: “In nessun Paese europeo è consentito passare con tanta facilità dai talk show o dalle prime pagine dei giornali a funzioni requirenti e giudicanti, fino alla presidenza di collegi di merito o della Cassazione”, mettendo in guardia l’opinione pubblica di fronte a quei requirenti che non perseguono la verità ma la notorietà.
Su questo stesso versante è intervenuto il 9 ottobre scorso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha detto ai giovani magistrati: “La toga non è un abito di scena”. Con questa lapidaria frase ha voluto avvertirli che è consolidata consuetudine dei bravi giudici parlare con le sentenze e non nei microfoni di radio e televisioni o attraverso le pagine dei giornali.
E così sta avvenendo. è stata posta all’attenzione dell’opinione pubblica la circolare di Giuseppe Pignatone, procuratore capo della Repubblica di Roma, del 2 ottobre 2017, il quale comunica a tutti i componenti del suo ufficio, quindi compresi gli aggiunti e i sostituti: “Sostenere che una querela o una denunzia debbano comportare automaticamente iscrizione nel registro degli indagati come atto dovuto, è un errore. Non sta scritto da nessuna parte. Anzi, la Cassazione ha affermato che il potere di disporre delle iscrizioni al modello 21 attribuisce impropriamente alla polizia giudiziaria o al privato un potere che non ha”.
Aggiunge la Cassazione che spetta esclusivamente al pubblico ministero e alla sua “ponderata valutazione”, quando sussistano non “meri sospetti” ma specifici elementi indizianti. Nelle sette pagine delle istruzioni sono indicati elementi di prudenza e di attinenza a fatti concreti e non a illazioni. I procuratori capo di Messina, Maurizio De Lucia, di Bologna, Giuseppe Amato, e di Palermo, Francesco Lo Voi, hanno annunciato una circolare gemella, mentre il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, approfondirà il tema.
Leggetevi l’interessante circolare di Pignatone a pagina 6.