Senza Bilanci Comuni allo sbaraglio

PALERMO – Ci sono ancora 87 Comuni siciliani che non hanno approvato il Bilancio preventivo relativo all’anno in corso, registrando un ritardo di dieci mesi dalla scadenza naturale del 31 dicembre 2016 e di sette mesi dall’ultima proroga, fissata per marzo. Altri 145 sono quelli che devono ancora approvare il rendiconto 2016.
I numeri forniti dal dipartimento regionale delle Autonomie locali al QdS fotografano la situazione di due strumenti finanziari essenziali per la gestione degli Enti, che però trovano la ragione più profonda dei loro ritardi a un piano più elevato, quello che ospita una Regione responsabile di una mancata programmazione delle proprie risorse e in particolare dei trasferimenti.
Sono passati quasi due mesi dai 18 decreti assessoriali di nomina dei commissari ad acta per 184 Comuni (1 su 2), che ad agosto non avevano ancora approvato il previsionale di quest’anno e per altri 283 Enti in ritardo sul rendiconto 2016. Dopo altri due mesi di attesa, il dipartimento delle Autonomie locali ha registrato l’approvazione di 97 bilanci preventivi, secondo i dati aggiornati al 20 ottobre scorso (nei giorni scorsi a questa lista si è aggiunto Messina, come si evince dall’articolo pubblicato a pagina 12). Ma gli altri sono rimasti al palo. E si tratta ancora di 87 Enti impreparati mentre incombe la fine dell’anno.
La situazione in dettaglio dei ritardatari vede gli strumenti che si trovano in varie fasi del loro iter. Ce ne sono 18 già approdati in Consiglio comunale, per i quali pertanto si immagina una conclusione in tempi stretti, mentre altri 11 hanno ricevuto l’approvazione in Giunta. Tutti gli altri, cioè quasi 60, sono ancora fermi negli uffici e per questi si prevedono tempistiche più lunghe. Bisogna ricordare che senza previsionali, si opera sulla base dei dodicesimi, cioè il tetto di spesa dell’anno precedente diviso per dodici mesi, quindi la programmazione è complicata. A maggior ragione adesso, che siamo alla fine del 2017, e questi strumenti dovrebbero appunto servire per programmare l’anno successivo, quello che è ormai è quasi lo scorso anno.
Anche sul fronte dei rendiconti il quadro non è particolarmente roseo. Per questo strumento, che di fatto illustra in che modo sono state consumate le risorse utilizzate nel corso dell’anno, sezionando in dettaglio le varie voci di spesa e fornendo l’avanzo di amministrazione, c’erano stati 283 commissariamenti ad agosto. Tra questi 138 Comuni hanno approvato il documento in questo lasso di tempo, ma ne restano ancora 145 da approvare. Il via libera in Consiglio è arrivato per 22, mentre altri 32 sono stati approvati in Giunta. Ce ne sono, invece, ancora altri 91 in attesa negli uffici.
Le regole sono chiare e le sancisce il Tuel, il Testo unico degli Enti locali, che definisce le scadenze per l’approvazione dei due principali strumenti finanziari dell’Ente, cioè il rendiconto e il bilancio di previsione. All’articolo 227 si riporta come “la dimostrazione dei risultati di gestione avviene mediate il rendiconto della gestione, il quale comprende il conto del bilancio, il conto economico e lo stato patrimoniale” da deliberare entro “il 30 aprile dell’anno successivo dall’organo consiliare” (articolo 151). L’articolo 162 ribadisce, inoltre, che “gli Enti locali deliberano annualmente il bilancio di previsione finanziario riferito ad almeno un triennio” e che deve essere approvato entro il 31 dicembre dell’anno precedente (articolo 151), se così non dovesse essere (articolo 163) la gestione finanziaria dell’ente “si svolge nel rispetto dei principi applicati della contabilità finanziaria riguardanti l’esercizio provvisorio o la gestione provvisoria”.
La situazione è tutt’altro che semplice e le responsabilità dei primi cittadini non esauriscono il problema. Già la scorsa estate l’Anci Sicilia aveva denunciato una situazione che stava portando “al collasso” gli Enti locali per la difficoltà di programmare le attività e pensare agli investimenti. Il richiamo al Governo regionale faceva appunto riferimento al ritardo nell’invio delle assegnazioni di parte corrente e quelle per investimenti. In particolare, si sottolineava che il termine di scadenza della ripartizione sarebbe il 15 aprile di ogni anno. I primi mandati in favore dei Comuni quale acconto risorse dell’anno 2017 sono stati però emessi lo scorso luglio, ma il percorso è lungo, come ogni anno, tanto che se ne discute ancora a ottobre.

Mercoledì scorso l’ultimo appello sul tema
: nel corso della Conferenza Regione-Autonomie locali, convocata per analizzare i criteri di riparto del Fondo per le Autonomie locali, il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, in rappresentanza della delegazione di sindaci isolani presenti all’incontro, ha chiesto che, in via prioritaria e immediata, si “proceda a mettere in garanzia i precari garantendo ai Comuni le somme necessarie ad assicurare loro la proroga e che si proceda soltanto successivamente in una ulteriore seduta, a stabilire i criteri per la spesa corrente in quanto la proposta di riparto di spesa corrente, presentata stamattina (il 25 ottobre, ndr), è da considerare assolutamente irricevibile e pertanto si insiste perché venga adeguatamente implementata”.
Per quanto riguarda la spesa per investimento è stata accolta integralmente la proposta dell’Anci Sicilia: “Mantenere invariati i fondi da destinare ai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e di reintegrare l’ipotizzata modesta riduzione di 2 milioni di euro, che riguarderebbe i medi e grandi comuni, con un successivo trasferimento”.
 

 
Ma di proroga in proroga è sempre la stessa storia
 
PALERMO – Un anno di proroghe uguale agli altri. Anche il 2017 ha garantito l’ordinaria sequela di scadenze e rinvii, fino all’altrettanto ovvia carica finale dei commissari dello scorso agosto, che ha ripercorso, a grandi linee, quella che era già avvenuta nel 2016. E anche gli anni precedenti.
Le proroghe di quest’anno hanno posticipato la scadenza naturale del 31 dicembre al 28 febbraio (legge di bilancio 2017) e quindi al 31 marzo (decreto Milleproroghe). Si tratta di provvedimenti permessi anche dal Tuel che al comma 1 dell’articolo 151 prevede che “i termini possono essere differiti con decreto del ministero dell’Interno”.
In caso di ritardi estremi, tuttavia, si precisa anche l’azione della Regione così come sancito al comma 2 dell’articolo 141: trascorso il termine di approvazione del bilancio senza che sia stato predisposto dalla Giunta il relativo schema, l’organo regionale di controllo, quindi l’assessorato delle Autonomie locali della Regione siciliana, nomina un commissario “affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio”. In questo caso e “comunque quando il Consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla Giunta, l’organo regionale di controllo assegna al Consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’amministrazione inadempiente”.