Elementi fondamentali di questa bozza di Legge di stabilità sono una serie di risorse distribuite a pioggia, mentre restano limitate quelle per investimenti e per sostenere le imprese.
Il Governo non ha messo mano al cuneo fiscale, che è il freno maggiore dello sviluppo. Non esiste in nessun Paese avanzato il rapporto di uno a due fra il costo del datore di lavoro e l’importo netto percepito dal dipendente. In tutti i Paesi avanzati tale rapporto è al massimo fra 1 e 1,5.
La conseguenza di questo pesantissimo onere è che nelle tasche dei dipendenti entra molto meno di quanto dovrebbe, con conseguenze negative sui consumi e sul mercato immobiliare, e d’altra parte che nelle casse dello Stato vi sono entrate in eccesso che poi vengono mal spese.
Per sostenere la sua politica clientelare volta alla raccolta del consenso, questa maggioranza di Centro-sinistra, in maniera non difforme da altre maggioranze di Centro-destra, privilegia i privilegiati e non aziona debitamente le leve per afferrare al volo la crescita che è arrivata in tutto il Mondo.
Una politica economica dissennata e non utile agli italiani.
L’altro motore dello sviluppo è l’impresa. In Italia vi è la grande fortuna di avere una quantità di Pmi, stimata dai registri delle Camere di commercio in oltre cinque milioni. Purtroppo, al Sud, esse non hanno la capacità di unirsi e di consorziarsi per fare sistema e utilizzare al meglio le grandi capacità dei loro titolari.
Dall’Umbria in su, invece, l’intelligenza, la capacità di quei piccoli imprenditori, è proprio quello di mettersi insieme, di fare economie di scala e di proporre al mercato prodotti e servizi di qualità a prezzi competitivi.
Lo Stato dovrebbe favorire i processi di aggregazione, ma nella citata Legge di stabilità 2018 non vi è alcuna indicazione al riguardo.
L’impresa va sostenuta con un altro asset: la semplificazione e la forte riduzione degli adempimenti, che sono centinaia in un anno ed onerano, per perdita di tempo e spesa, l’imprenditore che invece dovrebbe utilizzare il tempo per procacciare gli affari.
Anche di questo non c’è traccia nella Legge di stabilità. Che forza!