PALERMO – La notte tra il 28 e il 29 dicembre è stata scandita ancora una volta dai roghi dei cassonetti, che hanno reso l’aria di molti quartieri irrespirabile. I roghi si sono susseguiti da corso dei Mille al quartiere di Borgo Nuovo, ma l’incendio più vasto si è verificato in via del Levriere, nel quartiere di Bonagia, dove è stato appiccato il fuoco a una sorta di mini-discarica di eredità natalizia, creata per via della mancata raccolta da parte dell’Amia. I Vigili del fuoco hanno impiegato ore per domare le fiamme. Ma a non dormire, almeno questa volta, non sono stati soltanto loro.
Anche i consiglieri di Palazzo delle Aquile hanno trascorso la notte insonne e in una seduta fiume – conclusasi alle sei del mattino – hanno votato il via libera alla ricapitalizzazione dell’Amia, l’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti, con un apporto finanziario di circa 96 milioni di euro. In quest’ambito, è stata prevista principalmente la cessione del 49 per cento delle quote azionarie dell’azienda Amg per 64 milioni di euro. Il documento votato dal Consiglio prevede anche la cessione del terreno di Bellolampo dove si trova l’ex poligono di tiro militare pari a 11 milioni di euro, e di palazzo La Rosa e palazzo delle Ferrovie per 21 milioni di euro.
“La ricapitalizzazione dell’Amia – ha detto il capogruppo del Pdl al Consiglio comunale, Giulio Tantillo – è un atto di grande responsabilità e di fondamentale importanza con cui si può evitare il fallimento dell’azienda. Il presidente dell’Amia, Gaetano Lo Cicero, può ora presentare tranquillamente tutte le carte e le garanzie necessarie al tribunale fallimentare che deciderà il 20 gennaio prossimo del futuro dell’ex municipalizzata”.
“È stata una votazione – continua Tantillo – resa possibile dalla presentazione della relazione del perito. Una piacevole sorpresa che ci ha permesso di votare durante la notte la manovra”.
Ai 96 milioni della ricapitalizzazione si aggiunge l’adeguamento del contratto di servizio pari a 7,5 milioni di euro e la riscossione da parte dell’Amia dei crediti nei confronti delle Ato e di altri enti morosi.
Sala delle Lapidi ha anche rinnovato per altri quattro mesi (fino al 30 aprile 2010) il contratto di servizio della Gesip, con uno stanziamento di dieci milioni di euro con fondi del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). Hanno votato favorevolmente i consiglieri di centro destra, mentre quelli di centro sinistra e Mpa si sono astenuti da entrambe le votazioni.
Una piccola vittoria di fine anno per il sindaco Diego Cammarata, vista la pesantissima situazione venutasi a creare nel corso delle ultime settimane e, in particolare, in questi giorni di festa. Lo sciopero dei dipendenti dell’Amia, sempre sull’orlo del fallimento, aveva creato non pochi problemi, anche a causa dello scarso numero dei mezzi a disposizione e della mancanza di soldi per la manutenzione ordinaria delle macchine, ferme nei depositi. Da segnalare, inoltre, che soltanto 500 dipendenti su 700, negli ultimi giorni, si sono presentati sul posto di lavoro.
Pellegrino (Pd): “Una manovra che è soltanto un grande bluff”
PALERMO – Il centro sinistra, come detto, si è astenuto dal votare la proposta di ricapitalizzazione. Due soli i “No”: quelli di Maurizio Pellegrino e Antonella Monastra (Pd). “Il presunto risanamento dell’Amia – ha detto Pellegrino – è un grande bluff. Se è vero, infatti, che sono state avviate alcune operazioni di contenimento dei costi è altrettanto vero che la gran parte di riduzione delle spese si è ottenuta con un ridimensionamento dei servizi”. “La Corte dei conti – ha aggiunto – ha più volte rilevato che il costo dei servizi dell’Amia è eccessivo, così come il peso del personale (circa mille unità superiori alle necessità). Si arriva al paradosso che con lo stesso personale di prima si stanno effettuando minori lavorazioni, aggravando e non alleviando la situazione denunciata dai giudici contabili”.
Pellegrino ricorda, infine, la data del 20 gennaio 2010, quando davanti al Tribunale fallimentare si terrà l’udienza per il commissariamento o, in subordine, per il fallimento dall’Amia.