Architetti di Messina, in quattro anni valorizzate le competenze

MESSINA – A conclusione di un mandato, riteniamo opportuno, attraverso questi scritti, ripercorrere le tappe salienti che lo hanno contraddistinto. Le tematiche relative alla politica professionale perseguite in questi quattro anni di mandato dal Consiglio ai vari livelli in cui è stato impegnato (nazionale, regionale e provinciale) si sono basate, in generale, sulla definizione di regole certe del ruolo dell’Architetto e sulla regolamentazione delle professioni intellettuali.
In questa prospettiva l’insieme delle attività svolte, l’operatività, gli atti prodotti ed i servizi resi, hanno implicato e confermato la loro idoneità ad incidere sugli interessi generali della categoria e quindi sono stati indirizzati a definire nuovi principi e metodi, anche attraverso il ricorso ad attività di natura tecnico – giuridica, il tutto finalizzato al confronto ed al rilancio della politica professionale.
L’attività svolta, in generale, ha inciso sulle politiche del territorio, sul paesaggio, sull’organizzazione sociale, sul patrimonio storico ed artistico e sullo sviluppo economico e, comunque, va ancora meglio disciplinata attraverso la produzione di norme ed atti da compiersi ai vari livelli di competenza istituzionale e sociale, fase già avviata, nella quale siamo già impegnati attraverso le nostre rappresentanze regionali e nazionali.
Su tali strategie di carattere generale il Consiglio dell’Ordine ha incardinato la propria attività:
 
1 – La formazione professionale permanente dei propri iscritti;
 
2 – Il ruolo degli Architetti P.P.C. inteso come produttori di un servizio culturale e sociale, attraverso iniziative mirate ad affermare, per gli Architetti, l’appartenenza alla classe creativa e la competenza di prestatori di un servizio intellettuale, capaci di incidere in termini propositivi nelle scelte strategiche del tessuto imprenditoriale (privato) e politico (pubblico);
 
3 – Collaborazione in una logica di concertazione con gli enti pubblici finalizzata ad utilizzare le capacità e le competenze professionali degli architetti per la soddisfazione degli interessi collettivi e sociali del territorio e dei cittadini, per realizzare una democrazia urbana compiuta;
 
4 – Iniziative mirate all’attuazione di un sistema virtuoso di connessione tra la programmazione urbana e la realizzazione puntuale degli interventi, attraverso processi condivisi tra finanza pubblica e privata;
 
5 – Strategie mirate per la costruzione del consenso professionale nel mercato e per la valorizzazione degli investimenti, attraverso la qualità architettonica e dell’ambiente, intese come rappresentazioni visibili a sostegno dei bisogni sociali. Il tutto determinato da quel processo virtuoso di riqualificazione urbana e dell’ambiente fondato sulle qualità espressive delle nuove architetture;
 
6 – La competitività del mercato nel settore delle professioni intellettuali, ricercando il punto di equilibrio tra le regole sulla compatibilità delle attività professionali con le regole della concorrenza (non del profitto). Cioè la salvaguardia, nell’interesse generale, della specificità della nostra disciplina con la capacità di essere maggiormente concorrenziali e dinamici;
 
7 – Il tirocinio e l’accesso alla professione: in attuazione delle modifiche introdotte dal D.P.R. n° 328/2001, sono state attivate iniziative per favorire l’accesso ed il contatto dei giovani laureati nel mondo della professione;
 
8 – Mercati internazionali;
 
9 – Sostegno alla professione;
 
10 – Comunicazione.
 
Questi dieci punti evidenziano la sintesi del lavoro svolto dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Messina in questi quasi quattro anni di mandato, con azioni, attività perseguite ed alcuni significativi obiettivi raggiunti.
Si è preso atto delle indicazioni e delle nuove direzioni del professionismo nel mondo. Professionismo inteso in modo differente da quello del mercato e della burocrazia, dotato di una terza logica: l’etica che, nel terreno della globalizzazione, attraverso una rete (delle città), può consentire agli architetti di offrire alle istituzioni e all’imprenditoria gli obiettivi compatibili con gli interessi generali dei cittadini.
Si ritiene di aver proposto una visione più moderna del mercato che contemperi, nelle sue regole di libertà economica, un nuovo processo di modi e di strutture della pratica professionale degli architetti e, soprattutto, ci si è prodigati per regole che ne permettano il pieno dispiegarsi delle energie intellettuali, perché si possa partecipare allo sviluppo a parità di condizioni e in libera concorrenza.
Ormai l’integrazione economica dell’Unione europea e gli accordi commerciali internazionali impongono anche agli architetti un ripensamento, per molti versi radicale, nel modo di esercitare la professione.
In questi quattro anni appena trascorsi riteniamo di aver profuso un impegno costante sulla valorizzazione del professionismo dell’architetto, basato sulla logica della prestazione intellettuale, con un solco preciso che ha percorso i due estremi che intercorrono dal segmento della formazione a quello della competitività.
In questi anni, grazie all’attività dell’Ordine, della Consulta regionale e del Cnappc, è cresciuto il prestigio di questi organismi e, di conseguenza, la capacità della categoria di entrare in relazione con le autorità politiche sia a livello locale che regionale e nazionale. È vero, d’altro canto, che da ciò non è derivato un miglioramento percettibile delle condizioni per l’esercizio della professione. Occorre però considerare che la crescita di credibilità degli Ordini, con il conseguente rafforzamento della loro influenza sui “decision maker”, sta creando i presupposti per la crescita dell’attività professionale degli architetti.