Beni confiscati, boom di ordini a Calcestruzzi Belice

PALERMO – Dal fallimento alla ripresa economica: 11 lavoratori hanno salvato la Calcestruzzi Belice, confiscata alla mafia e l’hanno rilanciata. Nel primo mese di piena attività il volume d’affari della Calcestruzzi Belice è andato oltre le previsioni, si è superato il fatturato di 70mila euro che veniva indicato come obiettivo dopo la sosta forzata.
L’azienda era stata riaperta con la riassunzione degli 11 lavoratori dopo la sentenza della Corte di Appello di Palermo, che ha revocato il fallimento della società disposto in precedenza per un debito di 30mila euro dal Tribunale di Sciacca. Con l’autorizzazione all’impiego dell’esplosivo dopo la certificazione dei materiali di cui già disponeva l’azienda e con il ripristino delle autorizzazioni che erano state trasferite alla Inerti, la Calcestruzzi Belice lavora ormai a pieno regime.
"Un altro elemento positivo – dice il portavoce dei lavoratori, Luigi Castiglione – è che abbiamo ripreso una larga fetta della nostra clientela e potremmo estendere ancora il lotto dei nostri rapporti". Obiettivo: un volume di affari minimo di milione di euro all’anno che permetterà all’azienda di riposizionarsi sul mercato.