AGRIGENTO – Poco prima degli stravolgimenti che hanno portato al Lombardo ter, la Giunta regionale ha dato il suo parere positivo al Ministero per lo Sviluppo Economico per la rimodulazione del precedente contratto d’area per quello che concerne le risorse finanziate, ma non impegnate dagli imprenditori. Con ciò si è adesso a un passo per accedere a fondi per 43 milioni di euro per l’Asi di Agrigento.
“Siamo vicinissimi – afferma il presidente dell’Area di sviluppo industriale, Stefano Catuara – a una vittoria non indifferente per lo sviluppo industriale della nostra terra e non posso nascondere la mia soddisfazione. Se le somme saranno presto finanziate, potremo in parte finanziare una migliore viabilità degli agglomerati industriali, dall’altra fornire maggiori servizi alle nostre aziende incrementando gli investimenti sul territorio”.
“Voglio inoltre precisare – aggiunge – che un’opera su cui ci siamo già impegnati e su cui continueremo a impegnarci è quella della totale realizzazione del centro fieristico per l’esposizione dei prodotti creati nelle nostre aziende”.
Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione primarie e secondarie, Catuara ha confermato il suo impegno prioritario per la realizzazione di un’arteria che colleghi la zona industriale di Campofranco-Casteltermini con la Ss 189. Altra buona notizia riguarda la zona industriale di Sciacca, per cui sono stati finanziati 3 milioni di euro per un primo lotto di opere di urbanizzazione. Secondo l’ufficio legale dell’Asi, nei tre anni della gestione Catuara sarebbero ben 36 i nuovi impianti industriali realizzati, mentre diverse sarebbero le ulteriori richieste di nuovi lotti di terreni da parte di imprenditori, finalizzati alla costruzione di nuovi insediamenti produttivi nelle zone appartenenti al Consorzio per lo sviluppo industriale. Al fine di soddisfare tali esigenze, si sta modificando il vecchio Piano regolatore dell’area, ampliandolo e rendendolo compatibile con il Piano d’insediamento produttivo approvato dal Comune di Aragona, il quale da solo dovrebbe rendere possibili altri 30 nuovi insediamenti industriali di media grandezza.