La Sicilia è stata sempre in crisi dal dopoguerra, per tre cause più volte denunciate da questo giornale: la prima riguarda il comportamento provinciale della classe politica, che non ha pensato a un progetto di alto profilo per lo sviluppo del sistema economico siciliano, basato su concorrenza, trasparenza e merito. La seconda, è la subordinazione del ceto economico e professionale ai colonizzatori del Nord. La terza, riguarda il livello di generale deresponsabilizzazione del ceto dirigenziale pubblico che solo in pochi casi ha fatto valere competenza e indipendenza dai propri padroni politici, anche se la lr 10/2000 ha sganciato completamente l’attività amministrativa da quella del Governo.
La crisi perenne della Sicilia non potrà cessare se non si volta pagina. Certo, non è un bell’esempio avere proceduto alla stabilizzazione di 2 mila dipendenti della Regione e alla proroga di 3 mila contratti a tempo determinato, anche se soltanto per 3 mesi. Stabilizzazione e prorogatio, in limine mortis del defunto anno 2009, cioè avvenute con decreti del 31 dicembre.
La riforma della burocrazia è fondamentale per l’attuazione di tutte le altre riforme, naturalmente una burocrazia totalmente informatizzata e messa in rete in modo da colloquiare con imprese, cittadini ed Enti locali esclusivamente per via telematica.
Ma già dai primi vagiti di quest’anno, si profila un disastro perché tre quarti degli uffici regionali, centrali e periferici ancora chiedono carta, carta e carta. Addirittura vi sono dipendenti che non sanno come dal primo gennaio sia entrata in vigore, obbligatoriamente, l’uso della Pec (Posta elettronica certificata) e l’invio delle fatture di forniture di beni e servizi esclusivamente per via telematica e si permettono, come comuni cialtroni, di pressare utenti e fornitori affinché inviino lettere, fatture e raccomandate con la carta. Un’autentica vergogna che i neo 26 dirigenti generali devono stroncare immediatamente.
La situazione è peggiore nel sistema degli enti locali (390 Comuni e 9 Province) ove direttori generali e segretari generali non hanno provveduto, nel 2009, ad attivare i sistemi informatici e i loro siti internet per fare scorrere i servizi da e verso i richiedenti.
Bisogna cambiare subito registro per mettersi a funzionare come la Regione Lombardia. La squadra dei dg regionali e di quelli sanitari è di buon livello, ma la responsabilità, non solo penale, è individuale. Le scuse e le parole stanno a zero.