Quando il sogno americano non è soltanto un film

Sei stato a Catania al Festival internazionale dei corti con Cerrillos Roads, come ti senti quando un tuo film viene proiettato nella tua terra?
“È sempre un onore e un piacere. Poi la selezione di quest’anno è stata davvero interessante”.
 
Mai era stato girato a Modica e Siracusa mentre l’ultimo tuo corto è un on the road americano.
Come nasce questo tuo lavoro?
“Cerrillos Road in realtà é un frammento di un lavoro più grande. Nasce infatti come ‘proof of concept’ per il lungometraggio che voglio girare negli Stati Uniti, intitolato ‘Longing’. Girare Cerrillos Road, più che un lavoro, è stato come passare dei giorni con gli amici di Los Angeles che non vedevo da tempo, producendo arte insieme. è stato molto bello. Abbiamo messo insieme tutto in poco tempo per girare questo frammento del film da mostrare ad investitori e, alla fine, il risultato ci è sembrato cosí bello che poteva funzionare anche come cortometraggio. Ed infatti abbiamo già tre belle selezioni e abbiamo soltanto appena cominciato”.
 
Sei andato dalla Sicilia per approdare in terra americana. Quali le differenze a livello cinematografico, sia nell’aspetto della produzione, creatività e possibilità.
“La differenza fondamentale è che il cinema americano ovviamente si rivolge ad un pubblico più vasto. I film americani vengono venduti in tutto il mondo. Questo permette un guadagno maggiore, un investimento maggiore, uno stipendio maggiore e via dicendo. La possibilità di rivolgersi teoricamente a tutto il mondo permette anche una maggiore libertà creativa e di genere. Essendo il cinema Italiano rivolto purtroppo ad un pubblico ristretto, le possibilità sono evidentemente minori. Anche se vedo comunque finalmente con gioia apparire in Italia opere nuove e variegate. Mi viene in mente Jeeg Robot, un ottimo prodotto per gli Italiani della mia generazione. Ma ovviamente se lo porti negli Stati Uniti e lo metti a confronto con Spiderman e gli X-Men, capisci bene che non ha senso”.
 
Cosa pensi della Sicilian Film Commission e dei giovani registi siciliani?
“Ad oggi non ho ancora avuto modo di lavorare con la Sicilia Film Commission, ma spero di poterlo fare presto. Per quanto riguarda il panorama siciliano in particolare, essendo negli Stati Uniti, non lo seguo molto, quindi non saprei”.
 
Come viene visto il nuovo cinema italiano negli Stati Uniti?
“Mi pare che venga visto da chi ha amato il cinema italiano del passato. Ho paura che molto spesso però rimangano delusi aspettandosi ancora quel cinema lí. Da qui il successo de La Grande Bellezza per esempio. Ma non ricordo altri film italiani che abbiano veramente avuto successo qui negli ultimi anni”.
 
Che film ti piacerebbe girare in Sicilia e dove?
“Ho mille storie che vorrei girare in Sicilia. In particolare a Modica mi piacerebbe girare ‘Crisci Ranni’ con cui vinsi il Premio Mattador qualche anno fa. Ho un altro progetto in ballo ad Augusta, intitolato ‘Zero,2’ sulla figura di Giacinto Franco. Adesso sto scrivendo un’altra storia intitolata ‘Anima’ sulle rumene sfruttate nelle serre del ragusano. I progetti e le idee ci sono, ma ovviamente sviluppare qualcosa in Sicilia richiederebbe il mio ritorno in patria e, al momento, non me la sento di lasciare quello che sto costruendo qua a New York”.
 
L’immagine cinematografica della Sicilia all’estero?
“Adesso mi viene in mente ‘Divorzio all’italiana’. Parlando con gli americani mi sembra che abbiano questa visione della Sicilia rimasta ancora agli anni 50, come se il futuro da noi non sia mai arrivato. E forse è per questo che la Sicilia ha ancora tanto fascino su di loro. Il film che citano maggiormente quando si parla di Sicilia è ‘Il Padrino’”. 
 

 
Il modicano Giulio Poidomani è un regista e sceneggiatore Italiano da anni a New York. Nel 2008 inizia la sua collaborazione presso la Jean Vigo Italia col regista Roberto Faenza e la produttrice Elda Ferri, lavorando in produzione su film come “Il caso dell’Infedele Klara” e “Un Giorno Questo Dolore Ti Sarà Utile”. Nel 2010, dopo aver frequentato il “Master di Sceneggiatura per Cinema e Televisione” presso “La Sapienza” di Roma si trasferisce in America, prima a New York e poi a Los Angeles, dove segue i corsi di regia della UCLA. Nel 2014 scrive e dirige la web series “What You Want?”. Insieme alla compagna fonda la Purple Road Pictures e, dopo aver vinto il premio Mattador per la sceneggiatura di un lungometraggio dal titolo “Crisci Ranni” (ancora da realizzare), si sposta in Italia dove produce e dirige il cortometraggio “Mai”. Nel 2015 ritorna negli Stati Uniti dove dirige “Billy Boy” e “Cerrillos Road” (versione breve del lungometraggio in pre-produzione “Longing”), quest’ultimo entrato tra i finalisti del premio Corti in Cortile a Catania dal 22 al 24 settembre al Cortile Platamone.