Metà dei contratti di lavoro va a diplomati e laureati

ROMA – Studiare dà la possibilità di ritagliarsi un posto vantaggioso in ambito lavorativo. Con la crisi da cui stentiamo a venire fuori ormai da anni, una delle poche frecce nell’arco degli italiani è prepararsi a dovere per ottenere il tanto ambito contratto di lavoro.
 
Laurea o diploma valgono la metà dei contratti di lavoro che le imprese hanno già stipulato o intendono stipulare entro il 2017. Ma non c’è comunque da cantare vittoria: per un laureato su tre e un diplomato su 5 le difficoltà nel trovare il candidato giusto non mancheranno. Queste alcune delle indicazioni provenienti dal Sistema informativo Excelsior , che Unioncamere realizza in collaborazione con Anpal, relative ai programmi occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi per l’anno in corso.
 
Quest’anno le imprese italiane contano di inserire in azienda complessivamente 467mila laureati e 1,415 milioni diplomati nel corso del 2017. La laurea è richiesta, quindi, per circa 1 posto di lavoro su 10 mentre ai diplomati è destinato oltre 1/3 delle opportunità. In definitiva, considerando il totale dei contratti di lavoro attivati nel 2017, quasi 1 contratto su 2 è destinato a personale con un livello di istruzione medio-alto. “Le Camere di commercio sono in moto per dare il proprio contributo ad abbattere le distanze tra sistema formativo e realtà produttiva”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Gli sportelli che si stanno costituendo sul territorio in tutte le Camere di Commercio e che opereranno per potenziare i percorsi di alternanza scuola-lavoro, l’orientamento e lo sviluppo di servizi telematici a supporto dei processi di placement svolti dalle Università, sono la nostra risposta a una esigenza di miglior raccordo tra formazione e mondo del lavoro, per accrescere l’occupabilità dei giovani”.
 
L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese: 137mila i contratti offerti, pari al 30% delle entrate totali previste di laureati. Dopo gli economisti si posizionano gli indirizzi di ingegneria, che arrivano a una richiesta complessiva di 110mila entrate, suddivise nei 45mila dottori in ingegneria elettronica e dell’informazione, 30mila in ingegneria industriale, 24mila in ingegneria gestionale e oltre 10mila in ingegneria civile e ambientale. Tra gli altri indirizzi più richiesti figurano poi quello di insegnamento e formazione (35mila) e quello sanitario e paramedico (33mila). Una quota importante della domanda di lavoro delle imprese è riservata poi ai laureati di altri ambiti scientifici, come il chimico-farmaceutico (21mila inserimenti previsti) e lo scientifico-matematico-fisico (20mila).