Palermo – Carabinieri: quasi 60 milioni di euro sottratti alla mafia palermitana

PALERMO – Quattro latitanti catturati, centonove soggetti arrestati per mafia e beni per 57 milioni di euro sequestrati a Cosa nostra. Il 2009 dell’Arma dei Carabinieri in provincia di Palermo è stato scandito dalle operazioni portate a termine contro la criminalità organizzata, in una naturale prosecuzione dell’indagine “Perseo” che alla fine del 2008 portò in carcere circa 100 persone, smantellando così la rete accusata di voler ricostituire la “cupola mafiosa”.
Un’attività investigativa che per il colonnello Teo Luzi, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo,  se “dimostra come negli ultimi anni le Forze di Polizia, facciano sistema con la Magistratura al fine di assicurare i migliori mezzi per il contrasto alla criminalità organizzata”, non devono tuttavia indurre a “facili trionfalismi”.
L’attività del 2010 si muoverà lungo tre linee strategiche: in primo luogo combattere il racket delle estorsioni, “vera piaga dell’imprenditoria palermitana”.
“Le operazioni condotte – ha sottolineato Luzi – costituiscono un’importante dimostrazione che il momento storico in cui viviamo è assolutamente favorevole per uscire dalla morsa del racket. Le Forze di polizia hanno maturato una tale esperienza nel settore che sono perfettamente in grado di proteggere coloro che denunciano e i loro beni aziendali. Oggi esistono delle norme che favoriscono ogni tutela personale e che offrono incentivi economici da parte dello Stato a favore di coloro che decidono di denunciare. Gli imprenditori che hanno fatto questa scelta sono diverse decine, ancorché siano pochi rispetto all’entità del fenomeno criminale: rivolgiamo quindi nuovamente l’appello a tutti coloro che continuano a pagare il pizzo, e che quindi ne sono le vere vittime, a recarsi presso gli uffici di polizia per denunciare casi d’intimidazione. L’Arma dei Carabinieri, in un rapporto dialogico con le associazioni di categoria, farà la sua parte”.
Quindi la cattura dei latitanti “altra priorità operativa perché occorre interdire l’azione di mafiosi che con la latitanza acquistano, giorno dopo giorno, prestigio criminale. Infatti, nell’ambito di Cosa nostra il latitante diviene nel tempo figura emblematica perché acquisisce prestigio nel sottrarsi alla detenzione, divenendo così elemento di aggregazione criminale”.
Infine i sequestri e la confisca di patrimoni “necessari per assicurare la libera concorrenza, la trasparenza dei mercati e indebolire Cosa nostra”. 
 

 
Cifre. Le azioni preventive e di repressione
 
PALERMO – Il bilancio dell’attività repressiva dei Carabinieri è di 1.780 soggetti arrestati in flagranza di reato (per truffe, furti, rapine, reati ambientali, droga, contraffazioni…); 46 arresti per reati ambientali (emergenza rifiuti) e 198 denunciate in stato di libertà; 9.537 persone denunciate in stato di libertà per reati vari, oltre a 135 persone arrestate per reati di droga. L’attività preventiva ha fatto registrare 28.888 contravvenzioni contestate al Codice della Strada, per un importo di 4,6 mln di euro, oltre a 155 misure di prevenzione.
“Nel 2010 – ha detto il Comandante Luzi – i Carabinieri dedicheranno energie anche al contrasto alla criminalità comune che, specie negli ultimi mesi, si è manifestata più aggressiva. In particolare saranno incentivati i servizi contro i reati predatori che incidono negativamente sulla percezione di sicurezza del cittadino. Vi è la consapevolezza che il cittadino vuole la sconfitta della mafia ma, al contempo, desidera sentirsi sicuro durante le proprie attività quotidiane”.