PALERMO – Dopo la puntata di ieri, continua l’esplorazione delle misure contenute nella Legge di Bilancio, approvata alla fine dello scorso anno, che riguardano da vicino gli ambiti dell’edilizia pubblica e privata e delle infrastrutture idriche.
In primo piano la cronaca di una proroga annunciata già da mesi dal ministro Delrio. Si tratta delle agevolazioni fiscali che riguardano il patrimonio edilizio, in materia energetica, di lavori di manutenzione straordinaria, di classificazione sismica con l’estensione delle stesse ai condomini di edilizia residenziale pubblica (i cosiddetti ecobonus e sismabonus).
Prolungate di un altro anno, fino al dicembre del 2018, anche le agevolazioni fiscali al 50% legate all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per immobili oggetto di ristrutturazione.
Sempre nel comparto casa, è stata fissata anche la proroga di due anni della “cedolare secca ridotta al 10% – si legge nella nota del ministero delle Infrastrutture – per gli alloggi a canone concordato, con l’obiettivo di aumentare l’offerta di alloggi in affitto a canone calmierato”.
Novità importante, anche questa annunciata da mesi, riguarda l’agevolazione fiscale per la sistemazione a verde di “aree scoperte di edifici e immobili esistenti, per impianti di irrigazione e per la realizzazione di pozzi, copertura a verde e giardini pensili”. In dettaglio, è stabilita una detrazione del 36% fino a un massimo di 5 mila euro per unità abitativa e nei condomini per un massimo di 5 mila per ogni unità immobiliare a uso abitativo.
Le misure per la casa hanno visto anche una dotazione di 10 milioni di euro ad anno per il prossimo biennio (20 milioni tra 2019 e 2020) a favore del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e si prevede, inoltre, che le regioni “possano destinare le somme non spese della dotazione del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli all’incremento del suddetto Fondo nazionale”.
Confermato anche uno dei grandi annunci di Delrio: il piano nazionale invasi per risolvere l’atavico problema delle risorse idriche che vede in Sicilia intere aree con numeri record per interruzioni del servizio, perdite di rete che superano il 50% dell’acqua immessa in alcune città, e una capacità degli invasi, alcuni ancora incompleti, che non garantisce un approvvigionamento adeguato. Il piano stabilisce uno stanziamento di 50 milioni annui dal 2018 al 2022.
Due i fondi ad hoc istituiti con la Legge di Bilancio.
Il primo riguarda gli enti locali con 30 milioni di euro all’anno dal 2018 al 2030 per un totale di 390 milioni per la “progettazione definitiva ed esecutiva di messa in sicurezza di infrastrutture ed edifici pubblici”. Anche in questo caso è una mano tesa verso i comuni isolani, soprattutto se consideriamo i ritardi nella progettazione e la difficoltà di accesso ai fondi che si è manifestata negli anni passati.
Il secondo, il Fondo investimenti, ha una dotazione da 37,2 miliardi e servirà al ministero per finanziare le grandi opere nazionali: dl contratto di programma Rfi ai nuovi investimenti stradali, fino a dighe, ciclovie turistiche, barriere architettoniche, metropolitane, lotta all’abusivismo, nuovo materiale rotabile, nuovi investimenti nei porti, idrovie e in altri programmi e infrastrutture. Altri 3,57 miliardi sono disponibili per il rinnovo dei mezzi, con priorità accordata al rinnovo del “materiale rotabile alle città metropolitane e ai comuni capoluogo con maggiori criticità ambientali, con una più rapida sostituzione in tali aeree degli autobus più obsoleti”.