Catania – Rifiuti, su Motta e Misterbianco tutto il peso della crisi

MOTTA SANT’ANASTASIA – Di emergenza in emergenza. La questione rifiuti in Sicilia rischia di esplodere ancor prima che le discariche dell’isola si saturino, con la rivolta dei Comuni in cui si trovano gli impianti che dovranno accogliere quanto non può più essere conferito nelle strutture esauste. Tra queste c’è la discarica Valanghe d’Inverno, situata a cavallo tra Misterbianco e di Motta Sant’Anastasia, dove da circa un mese vengono dirottati i rifiuti di decine di Comuni della Sicilia occidentale, dopo essere stati trattati a Bellolampo.
 
È questa una delle soluzioni tampone messe in atto dopo la chiusura per un paio di giorni della discarica del palermitano, volta a scongiurare quella che, come affermato nei giorni scorsi dal presidente della Regione, Nello Musumeci, rischia di diventare una vera e propria emergenza.
 
Cinquanta comuni – tra cui grossi centri come Termini Imerese, Cefalù e Alcamo – stanno infatti dirottando la frazione secca dei propri rifiuti alla discarica di Motta Sant’Anastasia, al centro di un’accesa protesta da parte dei cittadini, costituitisi in comitato, che chiedono la chiusura dell’impianto. Chiusura che non sembra affatto prossima.
 
Al momento stanno scaricando solo la frazione secca – spiega il sindaco di Motta, Anastasio Carrà – come da accordo firmato dall’ex presidente Crocetta. è chiaro che la questione vada affrontata”, aggiunge il primo cittadino che evidenzia come il presidente Musumeci conosca bene la situazione di Valanghe d’Inverno. “Noi dobbiamo ottemperare alle ordinanze – continua il sindaco – e non possiamo sottrarci. Ma è chiaro che vigileremo”.
 
Anche i membri del Comitato lo faranno: anzi, sulla faccenda hanno già chiesto un incontro ufficiale al Presidente. “Come Comitato – spiega uno dei rappresentanti dell’associazione di cittadini ed esponente dell’opposizione, Danilo Festa – abbiamo chiesto un incontro con Musumeci che, prima di essere eletto, è stato vicino ai movimento contro la discarica, impianto di cui conosce tutte le dinamiche. Speriamo che non ripeta gli errori del passato – sottolinea: di certo quello di utilizzare ancora l’impianto di Motta, rappresenta un segnale negativo”.
 
L’assenza di impianti di compostaggio e di trattamento dei rifiuti, evidenziata più di una volta anche dal commissario dell’ufficio speciale per la raccolta differenziata, Salvatore Cocina – oggi dirigente del dipartimento Energia – rende la questione ancora più drammatica, imponendo al governo regionale scelte da prendere repentinamente per evitare il peggio. L’ipotesi di esportare i rifiuti all’estero, avanzata dal presidente Musumeci, oltre a non essere considerata efficace per il governo nazionale, avrebbe grossi costi per la comunità.
In attesa di un cronoprogramma, dunque, si lavora in emergenza.